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Torino, frode nei lavori per la Metropolitana Automatica

E’ emersa durante la verifica fiscale di una nota spa da decenni impegnata in provincia nella realizzazione di opere pubbliche. Ad insospettire i Finanzieri un “accordo segreto” per la costruzione di un tratto di metro con una azienda torinese priva dei certificati di qualificazione e abilitazione. La società vercellese ha incassato 10 milioni di euro di denaro pubblico dietro presentazione di fatture false ma senza eseguire alcun tipo di lavoro. I quattro responsabili delle aziende coinvolte sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni dello Stato.

Sono serviti mesi di indagini alla Guardia di Finanza per passare al setaccio la contabilità. Tra gli appalti vinti per l’esecuzione di grandi infrastrutture in Piemonte e Valle d’Aosta, c’era anche quello relativo alla realizzazione di una tratta della Metropolitana Automatica di Torino, in associazione temporanea d’impresa con una società torinese. L’appalto era stato assegnato al consorzio vincitore grazie alle particolari qualifiche tecniche possedute ma i mililtari hanno accertato che a realizzare per intero l’opera, sulla base di un’intesa tenuta nascosta alla pubblica amministrazione, era stata in realtà la ditta torinese cui l’azienda locale aveva “prestato” la propria certificazione di idoneità. La spa verificata, che aveva pattuito con l’ente appaltante la realizzazione del 52% dei lavori, del valore di oltre 20 milioni di euro, ha così percepito i soldi senza eseguire i lavori tenendosi anche indenne, in forza dell’accordo “occulto”, da eventuali risultati economici negativi della commessa. E quale compenso per gli illeciti servizi resi ha avuto dalla consorziata una percentuale spacciata come”sponsor fee”.

E’ stato constatato che un imprevisto geologico costituito dalla natura franosa del terreno su cui venivano realizzati i lavori aveva determinato l’impiego di una notevole quantità di speciali resine sintetiche e barre metalliche necessarie per rinforzare il sito, con conseguente incremento dei costi di realizzazione. L’esame di tutti i documenti di trasporto dei materiali impiegati ha consentito di accertare che i prodotti impiegati erano di quantità inferiore a quella indicata in fattura ed illecitamente liquidata dal direttore dei lavori a favore dell’impresa realizzatrice. Il confronto incrociato con i documenti acquisiti presso le ditte fornitrici ha permesso di scoprire che non erano mai “entrati” nel cantiere oltre due chilometri e mezzo di barre metalliche e circa 110 tonnellate di speciali resine chimiche per un valore commerciale di oltre un milione e 250 mila euro. La società, preso atto dei rilievi mossi, ha riconosciuto l’errore ed ha deciso di restituire alla stazione appaltante circa 1.125.000 euro. A coordinare le indagini è stata la procura della Repubblica di Torino.

Redazione

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