Al termine di un’estate 2011 in cui qualcuno ha ignobilmente tentato di sporcarne l’universalmente riconosciuta immagine limpida ed onesta, pareva quasi doveroso tornare a spiegare alla gente chi fosse Giacinto Facchetti. Un uomo perbene che ha fatto dell’animo elegante il principale segno distintivo. Un talentuoso calciatore tutto classe e correttezza – sbocciato campione anche grazie alla consueta umiltà unita ad un’irreprensibile abnegazione – ancora oggi ricordato come il capostipite di quella particolare razza chiamata difensori-goleador. Un autorevole dirigente stimato in ogni sede, capace con merito di giungere sino alla poltrona di presidente della squadra, Nazionale esclusa, alla quale ha regalato l’intera vita sportiva: l’F.C. Internazionale, gloriosa società che, oltre ad avere avuto in Giacinto il suo biglietto da visita più confacente e luminoso, ha indissolubilmente intrecciato gran parte della propria storia con quella di Facchetti. La storia di un indimenticabile mito del calcio mondiale scomparso ormai cinque anni fa, ma che sventola costantemente nei cuori delle persone che l’hanno frequentato o semplicemente ammirato. Sventola come una bandiera, una bandiera in mezzo alla battaglia. www.urbone.eu
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