La vicenda ha dell’assurdo. Dopo la messa in consegna del pacco destinato a una giovane di Genova, il padre della ragazza riceve un sms dal corriere incaricato alla consegna indicante la disponibilità di quel pacco presso l’ufficio postale della sua delegazione. Si direbbe, anche e quasi, un servizio carino. Se non fosse che la messa in consegna di quel pacco, in realtà, è avvenuta nel (lontano) ottobre del 2012 e che quel pacco, dal mese di novembre, è- fortunatamente- in possesso della legittima destinataria. Un ritardo di quattro mesi che, con ogni probabilità, non può essere imputato al cattivo segnale della compagnia telefonica. Un sms che, invece, ha molto di fastidioso dal momento che, quattro mesi fa, nei giorni di prevista consegna del pacco, nessun corriere citofonò per “chiedere di scendere a ritirare un pacco” e, conseguentemente, l’avviso di giacenza fu consegnato con dieci giorni di ritardo. La giovane, avendo la certezza che quel pacco non potesse essere ancora alle poste perché ne era entrata in possesso a metà novembre, ha provato a contattare il servizio clienti del corriere al quale era stata affidata la consegna di quel pacco. Dopo ore di attesa, risposte scortesi, telefoni riagganciati e scuse perché non stava parlando con l’operatore competente, la giovane è riuscita a sapere (ma intanto lo sapeva già) che quel pacco è stato ritirato dalla legittima destinataria. Il perché dell’invio tardvivo dell’sms, invece, resta ancora un mistero.
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