La mafia aveva messo le mani su un’opera di ristrutturazione di un fabbricato rurale nel comune aspromontano di San Luca nel Reggino, per un importo di circa 600 mila euro finanziato dal Pon sicurezza. È la conclusione a cui sono giunte le indagini della Dda di Reggio Calabria, che ha ordinato due arresti eseguiti dai Carabinieri. In carcere sono finiti Giuseppe Iofrida, 39 anni, di professione architetto e Giuseppe Nirta, 26, legato da vincoli di parentela con esponenti del clan di ‘ndrangheta Mammoliti. Dalle investigazioni sarebbe emerso che sia l’architetto Iofrida sia Nirta, titolare dell’omonima impresa edile, sono stati coinvolti, a vario titolo e con differenti ruoli, nella gestione occulta dell’appalto pubblico, fornendo un’indispensabile collaborazione a Mammoliti.
Iofrida, sempre secondo la Dda, avrebbe agito in funzione di collegamento tra il capo cosca Francesco Mammoliti, vero titolare della ditta individuale intestata al nipote Stefano, che aveva fornito i mezzi meccanici impegnati nel cantiere, e gli operai della ditta Nisca di Cotronei, aggiudicataria dell’esecuzione delle opere relative all’appalto.
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