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Trieste, il rigassificatore sarà la tomba della città

“Questo andremo a dire domani in piazza a Tondo. Prima che sia troppo tardi, prima che interessi di bottega vendano una intera città ed il suo futuro. Il Consiglio Comunale della Città di Trieste, quello di Muggia ed il Consiglio Provinciale di Trieste, ovvero le più alte espressioni democratiche della nostra Comunità, dopo aver valutato la documentazione tecnica relativa all’impianto, l’impatto sull’ambiente, i rischi e le ricadute sulla economia locale, hanno più volte espresso voto contrario all’impianto. Voto contrario proprio in ragione del “prezzo” che dovrebbe pagare la Città e la sua economia se venisse realizzato il Rigassificatore a Trieste, impatto sull’ambiente che non è stato ritenuto compensato dalle previste ricadute economiche.

Eppure, nonostante la contrarietà della maggioranza dei triestini, contrarietà non preconcetta mabasata su una approfondita analisi tecnica del progetto, la Regione e la maggioranza che la sostiene (PDL-UDC e Lega Nord) procede spedita e trasmette Governo un parere favorevole (?).

E’ ora di presentare il conto a Renzo Tondo ed il suo vice in pectore l’assessore Sandra Savino. Favorevoli per ragioni politiche al Rigassificatore, favorevoli come tutto il Pdl che sta seduto sui banchi della Regione.

E’ ora di chiedere ai consiglieri Regionali Triestini ed agli assessori della giunta Tondo di scegliere da che parte stare. Favorevoli o contrari.

Di fronte all’imposizione del rigassificatore ed all’ultima vergognosa scelta della Regione è ora di prendere posizione.

Chi vuole il bene di Trieste tolga il sostegno alla Giunta Tondo. Chi è contro il rigassificatore lasci il suo posto da assessore.

Contrari sin da principio al progetto del rigassificatore a Zaule. Contrari per questioni tecniche che nessuno studio o nessuno approfondimento potranno mai superare.

Il rigassificatore proposto comporterà lo scarico a mare di una importante quantità di acque “reflue” derivanti dal processo industriale di rigassificazione. Questo scarico, sia per contenuto chimico che per temperatura determinerà l’alterazione dell’ecosistema del golfo con effetti non noti ed oggi non prevedibili con sicurezza in viateorica. Da qui le richieste degli approfondimenti al progetto e dei monitoraggi in fase di funzionamento dell’impianto.

La realizzazione della condotta sottomarina per portare il gas alla rete nazionale comporterà la movimentazione di fanghi inquinati nel golfo, stesso risultato sarà determinato dal movimento delle navi gasiere.

Il rigassificatore impone inoltre la necessità di valutare la non trascurabile questione del rischio di gravi incidenti, rischio amplificato dalla presenza di altri impianti industriali tra i quali la Ferriera di Servola.

Da quanto appreso, pare che la movimentazione delle navi gasiere escluda la possibilità di qualsiasi movimento contemporaneo di naviglio, tanto di natura commerciale quanto di natura diportistica. Ciò per ragioni di sicurezza. Per farla breve, nel golfo non potrebbero muoversi altre navi né potrebbe svolgersi una regata, per esempio la Barcolana. Uno dei nostri più illustriconcittadini, un Vecchio Saggio, ci ha più volte ammoniti, ricordandoci che questa sarebbe“la tomba del porto”.

L’insediamento del rigassificatore a Trieste significherebbe rinunciare al porto commerciale ed al turismo nautico. Coerentemente si comprende allora il tardivo e limitatissimo finanziamento della piattaforma logistica da parte dell’attuale Governo (30 milioni su 300 promessi). Il porto commerciale, ritenuto non più strategico, sarebbe lasciato morire per essere sostituito da un porto esclusivamente energetico (noi come Baku? come Atirau?).

I vantaggi dell’impianto sarebbero i posti di lavoro (circa 80) e l’investimento di circa 500 milioni di euro per la sua realizzazione. La costruzione dell’impianto tuttavia non verrebbe affidata ad imprese locali se non relativamente ad una limitata parte”.

E’ quanto si legge in un comunicato stampa a firma congiunta di “Un’Altra Trieste” e “Un’Altra Regione”.

Redazione

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