Lo scontro si accende quando si vota il documento finale sui diritti. L’esponente del Pd barese Enrico Fusco prende la parola per attaccare “un documento antico, arcaico, offensivo della dignità delle persone”. “E’ vergognoso – insiste – persino Fini è più avanti di noi”.
Contro il documento votano in 38 tra i quali Ignazio Marino, Ivan Scalfarotto, Sandro Gozi e Paola Concia. Ma il parapiglia non finisce lì e continua quando la vice presidente del Pd Marina Sereni spiega che la presidenza riteneva precluso l’odg sui matrimoni gay “perché nega il contenuto del documento approvato poco fa” rinviando il tema ad una direzione ad hoc. Quando Sereni propone di precludere anche il voto sull’odg di Sandro Gozi che propone primarie aperte dalla platea si solleva brusio e un coro di “voto, voto”.
A questo punto Bersani prende il microfoni. “Sulle unioni gay il Pd per la prima volta ha assunto un impegno ad una regolamentazione giuridica e sulle primarie dobbiamo dire una cosa chiara al Paese e nel mio intervento, assicurando primarie aperte, ho assorbito i punti 2 e 3. Quanto alla data delle primarie io dico che si fanno con gli altri, non facciamo tutto noi e quindi propongo di votare contro”. La platea applaude il segretario e poco dopo l’assemblea si chiude.
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