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Calcio, l’articolo diciotto da estendere anche agli allenatori?

È pur vero che si tratta di una categoria di lavoratori privilegiati ed in tantissimi casi ben remunerati, ma è anche vero che possono essere licenziati dai propri datori di lavoro in qualsiasi momento della stagione. Quando ciò avviene nessun giudice può reintegrarlo sul posto di lavoro. Perché questo avvenga, occorre un ripensamento di chi lo ha esonerato. Allenatori che in precedenza hanno vinto il campionato o lo scudetto, hanno fatto disputare alla loro squadra un’ottima stagione valorizzando giovani calciatori, vivono sempre con la spada di Damocle del licenziamento sulla testa.  Gli esoneri dei tecnici è inarrestabile e, come detto, inappellabile. Ultimo in ordine di tempo ad avere perso la panchina, Salvioni dell’Albinoleffe. Al suo posto è stato chiamato l’allenatore della Primavera Alessio Pala. Con quest’ultimo arrivo, sono trentaquattro i tecnici che fino ad ora si sono seduti sulle panchine di quattordici squadre. Soltanto otto società continuano ad avere un rapporto di lavoro con lo stesso allenatore ingaggiato ad inizio stagione: Bari (Torrente); Cittadella (Foscarini); Juve Stabia (Braglia); Pescara (Zeman); Padova (Dal Canto); Sassuolo (Pea); Torino (Ventura); Verona (Mandorlini).   La conferma di questi allenatori non è un caso, le loro squadre sono ai primi posti della classifica. È questo l’unico elemento che consolida il rapporto di lavoro con il dirigente massimo. Vincere ed occupare un buon posto in classifica, indipendentemente dalla qualità dei giocatori. Se ciò non si determina a pagare sarà sempre l’allenatore, e per calmare l’ira dei tifosi, e per nascondere il pessimo lavoro fatto dal presidente al momento d’allestire la squadra. Lo fanno cambiando anche tre e quattro allenatori come nel caso di Empoli (Aglietti, Pillon, Carboni e poi di nuovo Aglietti). Grosseto (Ugolotti, Giannini, Viviani, ed ancora Ugolotti). Gubbio (Pecchia, Simoni, Alessandrini, Apolloni). Albinoleffe (Fortunato, Salvioni, Pala). Vicenza (Baldini, Cagni, Beghetto). Una vera giungla che dovrebbe essere abbattuta dai presidenti della Lega di A, B e Lega Pro, rispettivamente Beretta, Abodi, Macalli, ma anche il responsabile Assoallenatori, Ulivieri, il presidente della FIGC, Abete, e del Coni Petrucci, dovrebbero intervenire. Un loro intervento a non fare largo uso degli esoneri contribuirebbe a migliorare la qualità del calcio giacché si eviterebbe di sottoporre a continui cambi di preparazione i giocatori a causa dei continui cambi d’allenatori nel corso della stagione.

Redazione

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