Venerdì Santo a base di pesce

Sette italiani su dieci consumeranno pesce in occasione del Venerdì Santo per un totale stimato in circa 25 milioni di chili e una spesa di 200 milioni di euro, nel rispetto di un precetto religioso diventato parte integrante delle tradizioni delle famiglie italiane. Ad affermarlo è la Coldiretti sulla base dei risultati di un sondaggio on line effettuato attraverso il proprio sito, sondaggio dal quale emerge anche che un 6% di cittadini effettuerà il digiuno, mentre il 23% si comporterà come negli altri giorni.

“Anche per effetto della crisi, i consumatori – sottolinea la Coldiretti – si orienteranno soprattutto verso il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi contenuti, secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza ma senza rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre”.

La scelta sarà favorita anche dal fatto che i prezzi del pesce fresco di mare sono calati dell’1,3%, secondo una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’andamento dell’inflazione a marzo su base congiunturale. I menu del Venerdì Santo saranno quelli tipici delle tradizioni locali cucinati secondo ricette semplici, nel rispetto della giornata di riflessione: la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni, fino alle ricette più classiche come le alici scottadito o in saor, tipica del Veneto, le seppie con i piselli, le uova col tonno o gli spaghetti al ragù di mare.

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti è, laddove possibile, di “comperare direttamente dal pescatore, verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere la zona di pesca, e scegliere la “zona Fao 37″ se si vuole acquistare prodotto pescato del Mediterraneo, controllare che la carne abbia una consistenza soda ed elastica, che le branchie abbiano un colore rosso o rosato e che siano umide e gli occhi non siano secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne”.

Redazione

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