Lo speciale, della durata di 60 minuti, interamente realizzato da Rai Vaticano (responsabile Marco Simeon), è firmato da Pino Nano e da Filippo Di Giacomo. Pino Nano è il giornalista che per più di trent’anni ha seguito per la Rai la storia di questa donna che raccontava di “aver visto la Madonna” e di avere avuto affidato da Lei il compito di realizzare a Paravati di Mileto, paesino di tremila anime in provincia di Vibo Valentia, “una grande Basilica”, che oggi dopo la sua morte sta per essere definitivamente ultimata.
Filippo Di Giacomo è uno degli intellettuali più interessanti della Chiesa contemporanea. Scrittore teologo e sacerdote missionario di lunga tradizione, da anni egli stesso conduttore e consulente di prestigio di Rai Vaticano.
Lo speciale, che ha per titolo “Natuzza, la via della Croce”, montato da Pierluigi Lodi che ne ha curato anche l’editing, propone per la prima volta al grande pubblico italiano il racconto integrale della vicenda di questa poverissima donna che raccontava di essere in grado “dialogare con gli Angeli e con le anime dei defunti”, e una serie di interviste inedite in cui Natuzza spiega come “dietro le spalle di ogni uomo c’è un Angelo custode con il quale io parlo -diceva- e che mi aiuta a capire cosa cerca chi mi sta davanti”. “È lo stesso Angelo – ripeteva – che mi permette di parlare tante lingue diverse, pur non essendo io mai andata a scuola, e pur non avendo mai imparato né a leggere né a scrivere”.
“Ma Natuzza, la via della Croce vuole essere soprattutto – spiegano gli autori del programma – la ricostruzione dettagliata di quello che per la Chiesa italiana diventò negli anni 30/40 un caso davvero difficile da decodificare e da interpretare”.
Con l’aiuto dei documenti inediti recuperati presso l’archivio storico dell’Università Cattolica di Milano, lo speciale propone per la prima volta in Tv il lungo carteggio epistolare che ci fu, allora, tra il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Paolo Albera, e il Rettore della Cattolica di Milano padre Agostino Gemelli. Carteggio da cui si evince che, com’era già accaduto anni prima per padre Pio, padre Gemelli aveva bollato “il caso Evolo” alla stessa maniera di quello del frate di Pietrelcina, definendolo “un caso di pura isteria”, consigliando alla Curia arcivescovile calabrese di “isolare la ragazza che parlava con la Madonna”, “ridurla al silenzio”, e semmai “chiuderla per sempre in un convento di suore”.
Un racconto avvincente che propone anche le immagini “forti” delle stigmate della donna di Paravati in varie fasi della sua vita, tutte testimonianze fotografiche autentiche e inedite legate al giorno del Venerdì Santo, e che i documentaristi di Rai Vaticano Marco Zuccari e Dario Saletti, con l’aiuto padre Michele Cordiano (il sacerdote che ha seguito Natuzza negli ultimi vent’anni della sua vita) hanno recuperato negli archivi più disparati della Chiesa.
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