Gli agenti dell’Fbi hanno arrestato a Washington un uomo che si preparava a commettere un attentato suicida al Campidoglio. Il presunto terrorista, un arabo sui 30 anni, si stava dirigendo verso la sede del Congresso, dove, secondo i federali che lo tenevano d’occhio da tempo, voleva compiere un attentato. Poco prima aveva pregato in una moschea.
Il suo arresto è arrivato dopo una lunga indagine, nel corso della quale gli agenti si erano finti terroristi disponibili ad aiutarlo. Venuti a conoscenza delle sue aspirazioni da kamikaze, i poliziotti avevano provveduto a fargli credere che il materiale che aveva addosso era esplosivo. Una volta verificate le sue intenzioni, lo hanno fermato. Nelle prossime ore comparirà di fronte a un tribunale.
“Gli esplosivi che aveva cercato di utilizzare per l’attacco erano stati resi inoffensivi dai tutori della legge e non hanno mai rappresentato una minaccia”, ha detto il portavoce del dipartimento della Giustizia Dean Boyd. Anche Kimberly Schneider, portavoce della polizia del Campidoglio, ha assicurato che “in nessun momento c’è stato alcun pericolo”.
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