E probabilmente è lui, Doria con la sua diagnosi semplice (sempre le stesse facce per tutte le stagioni), ad avere più ragione degli altri, visto che Genova succede a Milano (Pisapia), Bari (Vendola), Napoli (De Magistris), Cagliari (Zedda), Firenze (Renzi), episodi che registrano la bocciatura dell’establishment, “l’affollarsi di una oligarchia sganciata da ogni responsabilità, immutabile”, secondo Ernesto Galli della Loggia, “dove si entra solo e non si esce mai, e dove tutti, a turno, prendono tutte le posizioni”.
Le primarie del capoluogo siciliano sono la cartina di tornasole del Partito democratico siciliano, diviso e senza regole condivise, inevitabilmente al traino delle volontà “esterne”.
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