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Il monumento al cassonetto

Qualche anno fa al Comune di Soveria Mannelli, assieme a Mario Caligiuri sindaco, oggi assessore regionale alla Cultura, amministrava lo storico Giordano Bruno Guerri che era l’unico assessore al mondo con la delega alla “provocazione culturale e al dissolvimento dell’ovvio”. E ovviamente e provocatoriamente cosa ti va a proporre per quella cittadina? Un bel monumento al cassonetto. Proprio così! E ne spiegava le ragioni nel suo quotidiano “Bollettino di Guerri”.

“E’ ovvio tutto ciò che ci sembra così normale da non doverci riflettere. E’ ovvio che, per poterli eliminare, i rifiuti devono essere raccolti. E’ ovvio che quindi occorrono i cassonetti per la spazzatura. E’ ovvio che i cassonetti, destinati alla spazzatura, siano sporchi e brutti …l’indispensabile presenza degli antiestetici e sporchi cassonetti ci abitua al brutto.” E proseguiva:” Nessuno fa più caso a quanto siano orribili quegli scatoloni:dunque il nostro senso della bellezza subisce ogni giorno un danno, anche se non ce ne accorgiamo”. Per questo aveva proposto di elevare in un giardinetto davanti ad un cinema teatro, un monumento appunto al cassonetto. Tanto più che “sarà – continuava il Guerri- un’opera suggestiva ed economicissima: su una semplice base di cemento alta circa due metri verrà posto un vecchio cassonetto”. E non finivano qui le ragioni di quell’Assessore, perché spiegava che: “come tutti i monumenti civici servirà a ricordarci qualcosa: tutti, vedendolo, diranno ‘quant’è brutto’ e ogni volta che vedranno un cassonetto registreremo che è brutto, vaccinandoci da un danno certo al senso estetico, elemento preziosissimo della nostra vita”.

“ Così – continuava imperterrito Bruno Guerri – impareremo sia a tenerli più in ordine sia a protestare quando vengono posti in luogo inopportuno”. Beh, cari lettori, silenzio e meditate! Dopo l’ultima inaugurazione dell’ultimo monumento quello di Piazza Gandhi nella nostra città, mi pare ovvio chiedere assieme a voi al Sindaco di Crotone, ancora una volta,  che il prossimo sia appunto un monumento al cassonetto per due motivi: costerà pochissimo e didatticamente avrà la sua utilità. Non come il Gladio che troneggia inutile e solitario sulla collinetta acropoli di Parco Pignora, monumento questo che si poteva e si doveva evitare. Ma andiamo a noi. Perché un monumento al cassonetto? Ma certamente per dare lustro ai tantissimi cassonetti sparsi in tanti luoghi inopportuni della città capoluogo ed anche nei centri della provincia. Ormai ci sono cassonetti di tutti i colori e di tutte le forme, dappertutto, lungo le strade cittadine, nelle piazzette arredate e davanti a chiese e santuari ed antichi palazzi. Un breve elenco, mi sia consentito, dei posti inopportuni della nostra città che “ospitano” i maleodoranti e ingombranti contenitori. Li vediamo a Capo Colonna davanti alla chiesetta dove restano stracolmi per parecchi giorni, davanti all’area museale sempre al Promontorio Lacinio, davanti all’ingresso della Villa comunale adiacente al Palazzo Barracco di piazza Castello, nei pressi dei complessi turistico – alberghieri di Casarossa e Lido degli scogli.

E mi fermo qui. Ma soprattuttola Piazzettadell’Immacolata, quella che sarebbe dovuta divenire il “salotto culturale” della “città europea” e ancora  della “città giardino”. Questa Piazzetta continua ad offrirsi come luogo non proprio ospitale, una piazzetta che altrove ci invidierebbero, uno spazio urbano questo che già da tempo ospita tante ed apprezzate manifestazioni culturali ad ogni livello ed anche di alto respiro. Già perché Piazzetta Immacolata continua  ad essere uno spazio di raccolta rifiuti. Eppure siamo in una delle più antiche strade di Crotone, quella che Leonida Repaci definìla Viadei Baroni. Qui pochi anni orsono son venuti alla luce i resti della cinta muraria della Crotone bizantina e qui vi si è operato un restauro conservativo; questa èla ViaRisorgimentoche percorre il solco delle antiche mura della città medievale e che abbraccia tanta storia e fede: la chiesa dell’Immacolata tardo barocca che custodisce un bel Crocifisso ligneo del 1640;la Basilica Cattedralee i tanti imponenti palazzi baronali. Questo è lo spazio antico e presente che deve essere custodito e privilegiato come gioiello d’arte e d’amore. E accennavo prima ai centri della provincia dove il fenomeno non è da meno. Prendete, tra gli altri, Cutro. Qui nel piazzale antistante la chiesa e il convento dei Francescani che costituiscono il complesso del Santuario del SS. Crocifisso (monumento nazionale – legge 1084 del 1939), sostano ormai da tempo ben tre e talvolta quattro cassonetti che non aggiungono sicuramente bellezza al luogo. Oltretutto questo piazzale è divenuto, nel tempo, l’agorà, il centro di aggregazione giovanile e non. Le mie considerazioni e lo sdegno si fermano qui, chè ulteriori rilievi ai sindaci e ad  altri mi sembrano superflui. I lettori ed elettori sapranno valutare.

Redazione

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