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Mesagne, bombe in casa degli imprenditori che non pagano

Mesagne in provincia di Brindisi è un paese in subbuglio dove la violenza inaudita della Sacra Corona Unita lascia increduli. bombe a casa degli imprenditori che non si piegano. Nel primo pomeriggio in via Federico II, in pieno centro, un ordigno è stato fatto scoppiare dinanzi alla palazzina dove abita Luigi Devicienti, titolare di avviata impresa di autospurgo e da qualche settimana presidente di una squadra locale di calcio che giocherà nel Campionato di prima categoria pugliese. L’esplosione ha distrutto l’ingresso della palazzina abitata da Devicienti e prodotto danni ingenti anche agli arredi e agli infissi del piano terra e del primo piano. L’attentato potrebbe avere una matrice estorsiva, forse riconducibile ad elementi della Sacra Corona Unita che a Mesagne sono ancora molto forti. L’orario scelto per il grave attentato, che avrebbe potuto coinvolgere anche passanti, testimonia un allarmante recrudescenza del racket. Nessuno è rimasto ferito anchee la casa era vuota: durante la stagione estiva infatti l’imprenditore si trasferisce con la famiglia in una villetta in campagna. Lo scorso 26 luglio fu compiuto un attentato incendiario al portone della palazzina. L’ordigno pare fosse ad alto potenziale: sono andati distrutti anche vetri e infissi della sede di un’agenzia di assicurazioni di fronte all’ abitazione di De Vicienti, e quelli di vari appartamenti nella zona. Luigi Devicienti è titolare dell’impresa Devicienti ecologia, e si occupa del trasporto di liquami e spurgo di pozzi neri. Costruisce reti idriche e fognanti, organizza la raccolta e il trasporto di rifiuti speciali non pericolosi, lavori di manutenzione fognante bianca e nera, realizza noleggio e manutenzione di servizi igienici mobili e prefabbricati in genere. La ditta Devicienti è fornitrice di servizi per diversi enti pubblici tra cui il Comune di Mesagne.  Ora la polizia scientifica e gli artificieri stanno analizzando sul posto i residui dell’ordigno, per capire che esplosivo è stato utilizzato e che detonatore. L’imprenditore è già stato destinatario di altri episodi intimidatori: anni fa un pregiudicato gli puntò una pistola ad una tempia per intimargli di pagare il pizzo, nel marzo del 2007 furono bruciati alcuni bagni chimici di sua proprietà nella zona mercatale di via Brodolini. Dopo qualche tempo gli è stata data alle fiamme l’automobile. Per l’attentato del 26 luglio scorso, grazie alle telecamere dell’impianto di videosorveglianza cittadino, furono individuati e arrestati i presunti responsabili, due pregiudicati mesagnesi, Marcello Romano, di 33 anni, e Danilo Calò, di 23. In occasione del precedente attentato, avvenuto a luglio scorso, Devicenti aveva ammesso di aver ricevuto richieste di denaro, ma di essersi sempre rifiutato di pagare preferendo investire i suoi guadagni nell’attività imprenditoriale.

Redazione

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