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Crisi, dopo la Grecia l’Irlanda ed il Portogallo rischiano Italia e Spagna

Con nuovi pesanti cadute le Borse europee hanno chiuso una delle peggiori settimane che si siano viste fin da quando è esplosa la crisi finanziaria globale. Ormai la crisi è giunta al suo quarto anniversario, e visti gli ultimi sviluppi appare tutto fuorché superata. Negli Stati Uniti giungono continui segnali di indebolimento della ripresa che fanno temere su una ricaduta in recessione, uno scenario che viene evocato con forza domani dal settimanale The Economist. Ma l’Europa non sta meglio, visto che da settimane è tornata nella morsa delle tensioni dei mercati. Dopo aver mandato in crisi di bilancio Grecia, Irlanda e Portogallo, le turbolenze sui titoli di Stato hanno preso di mira due delle maggiori economie dell’area euro: Italia e Spagna. Ancora una volta a Milano è andato in tilt uno dei principali indici di riferimento, il Ftse-Mib (l’ultimo dato segnava un meno 0,62 per cento), come avvenuto già ieri con problemi tecnici che certo non aiutano a rassicurare gli animi. Ma da dare una chiara indicazione sul come si sia siglata la seduta bastano le chiusure delle altre maggiori piazze europee: Londra ha lasciato sul terreno il 2,71 per cento, Parigi ha chiuso al meno 1,26, Francoforte meno 2,78 per cento, Madrid ha contenuto le perdite allo 0,18 per cento in un quadro altamente volatile e dopo i pesantissimi ribassi già occorsi ieri. Oltre Atlantico, a Wall Street, dati leggermente migliori del previsto dal mercato del lavoro non sono stati sufficienti a far compiere un rimbalzo stabile agli indici. Dopo tentativi di recupero, a metà seduta il Dow Jones cede l’1,03 per cento, il Nasdaq cade del 2,15 per cento. Intanto anche oggi si è trascinata la tensione sui titoli di Stato dell’area euro, in particolare su Spagna e Italia tanto che stamattina hanno stabilito nuovi massimi storici sia i rendimenti dei Btp decennali sia il loro differenziale (spread) rispetto ai Bund della Germania. Lo spread Btp-Bung ha toccato un nuovo record a 413 punti base e per la prima volta ha superato il differenziale Spagna-Germania. Successivamente, da un picco del 6,40 per cento i rendimenti dei Btp sono rientrati al 6,10 per cento, e in questo modo lo spread sui Bund è rientrato a 385 punti base. Questo tra voci di mercato non confermate di possibili interventi calmieranti oggi della Bce anche sulle emissioni di Italia e Spagna, oltre a quelli effettuati già ieri sui titoli di stato di Grecia, Irlanda e Portogallo. Il Tesoro italiano ha annunciato di aver cancellato un’asta di Bot trimestrali prevista per la prossima settimana, ma che effettuerà regolarmente n collocamento di Bot a un anno di maturazione il 10 agosto. Sulla questione è intervenuto anche il Commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn: le misure già adottate Italia e Spagna sono “sulla giusta strada” per centrare gli obiettivi di risanamento dei conti pubblici, e secondo la Commissione europea questi due paesi non avranno bisogno di aiuti. Tuttavia “l’Italia deve fare di più in termini di riforme strutturali, per rafforzare la crescita e la creazione di posti di lavoro”, ha aggiunto Renh durante una conferenza stampa a Bruxelles. Nel tardo pomeriggio l’euro si attesta stabile a 1,4227 dollari.

Redazione

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