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San Calogero, storia a lieto fine per Maria Paola affetta da una malattia congenita

Maria Paola, affetta dalla “beta-talassemia”, una malattia del sangue, che l’aveva aggredita fin dal concepimento, si è salvata grazie al fratellino Francesco. La signora Eugenia Zinnà, la mamma di Francesco e Maria Paola, inconsapevole portatrice sana assieme al marito Giuseppe Brosio di anemia mediterranea, alla dodicesima settimana di gestazione, a scopo cautelativo, si è sottoposta, nella clinica romana “Artemisia” a villocentesi. È questa una metodica diagnostica molto diffusa tra le gestanti a rischio, che vogliono conoscere in anticipo, attraverso l’esame del liquido amniotico, lo stato di salute del nascituro. Il responso arrivato dagli esami di laboratorio è stato devastante. La bimba era affetta da anemia mediterranea e per lei, ma anche per i suoi genitori, si è prospettato un futuro incerto e di sofferenza. Eugenia, sostenuta dal marito e dalla fede nella divina Provvidenza, ha accettato la sfida che il destino le aveva riservato. Il 25 maggio 2005 Maria Paola veniva alla luce. A sei mesi Maria Paola ha iniziato a sottoporsi alla prima trasfusione cui ne sono seguite, con cadenza bisettimanale, tantissime altre. Tutto questo fino a quando Eugenia e Giuseppe hanno contattano il professor Franco Locatelli, direttore del Dipartimento emato-oncologico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e già al vertice della clinica oncoematologica del San Matteo di Pavia dove, nel 2004, egli stesso effettuò con successo il primo trapianto al mondo di cellule staminali in un bambino talassemico. Il 22 luglio dell’anno scorso al Fatebenefratelli di Roma è nato Francesco. In sala parto, il sangue del cordone ombelicale del bimbo, risultato biologicamente affine alla sorella, è stato raccolto e criopreservato. Ma non bastava. Occorrevano anche le cellule midollari e Francesco, all’età di otto mesi, è entrato per questo nella lista dei più giovani donatori di midollo osseo. Lo scorso 31 marzo il mix di tessuto cellulare è stato infuso nel circolo sanguigno di Maria Paola. È stata la fine di un incubo. L’andamento post-trapianto si è evoluto favorevolmente. L’altra sera i protagonisti di questa straordinaria avventura sono potuti tornare nella loro casa di San Calogero nel Vibonese. Ad accoglierli un folto stuolo di parenti e amici. Mamma Eugenia e papà Giuseppe, dal canto loro, hanno ringraziato tutti coloro che sono stati loro vicini in questi lunghissimi anni e, in particolare, il professor Locatelli e la sua équipe, nonché la “Casa famiglia” di Roma che li ha ospitati per tutto il tempo necessario.
Redazione

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