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Messina, uno tsunami in Sicilia?

E’ possibile. Anzi, no. Probabile. A certificarlo è uno studio effettuato dallo staff di Protezione civile del Comune di Messina che ha diffuso un videospot con le indicazioni per la cittadinanza, da seguire in presenza di un maremoto. A proferire le fatidiche parole, a palazzo Zanca, è stato l’esperto volontario del sindaco, l’ingegnere Antonio Rizzo: “Se, in un’area determinata, un maremoto si è già verificato, ci sono delle probabilità che riaccada”. “Non è detto che si ripeta necessariamente – ha aggiunto – ma ci sono delle probabilità”. Il riferimento è ai terremoti, accompagnati da altrettanti maremoti, verificatisi per esempio nel 1908 a Messina e nel 1693 in Val di Noto. Proprio quest’ultimo ha offerto un riferimento importante per una simulazione nel capoluogo peloritano: magnitudo 7.4, oltre 45 centri abitati distrutti, circa 60mila morti. E’ ancora oggi considerato il sisma più forte mai avvertito in Italia, il 23esimo della storia. Il maremoto, associato allo sciame sismico, ha suggerito agli studiosi che la struttura sismogenetica fosse in mare, a 20 chilometri di profondità, nel sistema ibleo-maltese. “In presenza di un evento come quello del 1693, uno tsunami verificatosi ad Augusta impiegherebbe 30 minuti per propagarsi fino a Messina – afferma Rizzo – certo, non è detto che a un terremoto si associ necessariamente un maremoto ma potrebbe accadere. Come nel 1908”. La Protezione civile messinese fa parte, oggi, di un sistema di allertamento nazionale. “Non per creare allarmismi – puntualizza l’esperto – ma per finalità preventive”. Il sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, preferisce guardare al bicchiere mezzo pieno piuttosto che scatenare il panico. “Il nostro video spot vuole essere un contributo alla prevenzione e alla sensibilizzazione. La cittadinanza deve capire quanto sia importante fare esercitazioni periodiche, essere informati. Tutto questo serve proprio a dare un senso di sicurezza”. Anche se le esercitazioni antisismiche di qualche mese fa sono state vissute dalla gente come un fastidio: “Certi rischi si immaginano sempre come lontani”, commenta il primo cittadino. Nell’anno in corso, proprio la Protezione civile messinese ha condotto, a Capo Peloro, delle simulazioni con modalità di soccorso in mare in caso di emergenza tsunami. Grazie al video spot è possibile apprendere le prime norme di comportamento in presenza di alcuni fenomeni anomali. Tra queste, mai andare in spiaggia in presenza di una scossa di terremoto perché potrebbe seguire subito dopo un maremoto. Allontanarsi dalla spiaggia qualora l’acqua dovesse ritirarsi in maniera inusuale, senza indugiare a raccogliere conchiglie o altro. Allo scopo di ripararsi, è preferibile rifugiarsi in luoghi posti al di sopra del livello del mare.

Redazione

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