Francesca Agresta, ventiquattro anni appena compiuti lo scorso sei maggio, viene indicata come una ragazza normale. Aveva il suo giro di amicizie come tutte le ragazze della sua età e frequentava un gruppo di giovani senza grilli per la testa. Iscritta a Messina nella facoltà di Scienze della formazione pare fosse pronta a laurearsi. Sicuramente gli amici e i colleghi la stimavano e la tenevano in grande considerazione. Francesca, infatti, era la prima ad essere contattata quando la comitiva decideva una serata in pizzeria o di spostarsi per qualche altro motivo. Il colpo per questa morte terribile ed improvvisa è scioccante. Una morte assurda ed imprevedibile, si continuava a dire a Gioia Tauro ed è questa un’espressione colta in alcuni capannelli di giovani in piazza. Dolore per una giovane vita stroncata e allo stesso tempo quasi incredulità per l’autore del gesto. Giovanni Ruggiero è persona molto nota nella città portuale. Già titolare di un’azienda e che opera nel settore della distribuzione del gas per uso domestico, ora affidata alla guida di un figlio, viveva la sua tranquilla vita di pensionato. Un altro figlio, Vincenzo, è impegnato in politica nelle file del Partito repubblicano e ha ricoperto diversi ruoli istituzionali al Comune di Gioia, dove è stato assessore, e alla Provincia come consigliere. Niente e nessuno poteva far pensare o supporre che lo stesso potesse macchiarsi di un delitto come quello di cui si è reso responsabile ieri mattina. Un momento di follia? Nessuno può dirlo. C’è e rimane la rabbia.