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Vibo Valentia, la Uil accusa De Nisi di fallimento politico

“Dopo oltre tre anni di presidenza di De Nisi e del suo ruolo centrale esercitato nel Pd ci chiediamo che fine hanno fatto i valori che hanno ispirato il centrosinistra vibonese fino a qualche anno fa. A cosa si è ridotto questo centrosinistra? Chi e che cosa lo incarna? L’ex presidente Bruni ha lasciato una coalizione fortissima nelle mani di chi progressivamente, giorno dopo giorno, ha purtroppo depauperato consenso, aspettative e progetti. Chi oggi amministra questa Provincia si è ridotto ad esultare ed a giudicare un grande successo politico l’apertura di un dialogo con Sel che, votandogli il bilancio, potrebbe rappresentare la ciambella di salvataggio per non andare a casa. Assistiamo a questo patetico tentativo di stare in piedi tentando di reclutare la consigliera Citton, finora sempre snobbata e considerata un orpello da non tenere neanche in considerazione, dimenticando che aldilà delle preferenze conseguite quella consigliera rappresenta tutte le sensibilità vere della sinistra che oggi vengono messe sotto i piedi non facendo nemmeno lontanamente intravedere all’elettore cosa differenzia questo centrosinistra dal centrodestra. Vorremmo chiedere al Presidente De Nisi per cosa i cittadini della Provincia lo dovranno ricordare, non certo come rappresentante di un centrosinistra in opposizione alla destra governativa visto che ormai parla in televisione proprio come Berlusconi, senza contraddittorio, libero di dire tante inesattezze in assoluta libertà e che propone come panacea una semplicisticamente politica di risanamento non distante dai proclami di Brunetta. Gli sprechi che finora sono stati prodotti da una gestione allegra con incarichi “politici”, accompagnati alla incapacità d’intercettare risorse, oltre che ridurre la capacità economica dell’Ente non l’ha fatto respirare, ha mortificato la capacità professionale di molti lavoratori, tanti altri non li ha saputi coordinare e non ha dato loro la possibilità di esprimersi, ad alcuni non ha dato nemmeno una sedia dove sedere o gli strumenti informatici con cui operare. Quanto apprendiamo dalla stampa, in questi giorni, relativamente ad alcuni provvedimenti contenuti nel bilancio preventivo dell’Ente e che ci auguriamo venga smentito, ci conferma la distanza tra questo centrosinistra ed i bisogni della popolazione amministrata. I co.co.co. sono stati mandati via, da politici illuminati quali sono, e adesso ritengono di dover completare l’opera, infatti vogliono chiudere con i 79 dell’articolo 7 e chiudere il rubinetto di quei pochi spiccioli che servono per tenere in piedi il servizio che l’Eurocoop svolge per conto della Provincia. Non importa se questa operazione non inciderà in misura significativa sul bilancio dell’Ente e soprattutto se nulla ha a che vedere con la riduzione del costo del personale, essendo un’attività esternalizzata, l’importante è l’immagine che si dà, importante è mandare via quei 57 lavoratori dell’Eurocoop  che puliscono 13 postazioni sparse in tutta la provincia con soli 190.000 euro ma che hanno la pretesa di essere pagati e qualche volta sommessamente si lamentano pure. Così come è importante per De Nisi togliersi di torno i 79 rompiscatole dell’art. 7 che non costano quasi nulla all’Ente ma che chiedono continuamente di essere stabilizzati. Di accorpare la funzione del Direttore Generale a quella del Segretario Generale risparmiando un corposo stipendio non se ne parla, di ridurre il numero dei Dirigenti non se ne parla nemmeno, di darsi una mossa preparando progetti ed intercettando risorse varie neanche a parlarne. Ci chiediamo come De Nisi ritenga che Sel gli possa votare il bilancio se va a toccare i lavoratori più deboli e poiché egli non è così incauto, ci chiediamo cosa ci sia sotto. Sulle altre voci del bilancio preventivo, poi, ci riserviamo di entrare nel merito non appena ne avremo copia, sempre che il “democratico” Presidente si ricordi che esso è materia di informativa alle forze sindacali, avendo una ricaduta sulle migliaia di persone che abbiamo l’onore e la responsabilità di rappresentare e che mensilmente ci esprimono la loro preferenza. Perché caro Presidente, noi abbiamo contezza di quanto rappresentiamo in relazione alle deleghe sottoscritte alla nostra organizzazione, Lei non sappiamo se rappresenta ancora quel 58,5% di vibonesi che lo hanno eletto nella speranza di essere ben amministrati e che oggi, visti i risultati, con molta probabilità non sarebbero più disponibili ad accordargli la stessa benevolenza. Attendiamo, quindi, la copia del bilancio preventivo, in tempo utile per poterlo visionare ed affrontare con serietà la discussione, prima che questo venga portato in aula per l’approvazione. Ci auguriamo che sino ad allora abbia meditato sul significato e sull’impatto sociale che decisioni come quelle annunciate possono avere nel territorio, e soprattutto Le chiediamo se ritiene di avere il diritto di privare oltre centotrenta famiglie vibonesi di un reddito che seppur minimo consente loro di sopravvivere”. E’ quanto scrive in una nota stampa il segretario generale della Uil provinciale di Vibo Valentia, Luciano Prestia.

Redazione

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