La riforma “Fisco amico” entra nel vivo con la “rateizzazione dei debiti tributari dando la possibilità ai contribuenti di poter pagare, tutto, ma in tempi congrui”. È quanto previsto nel decreto legislativo sulla riscossione in discussione al Cdm. Dal 2025 le cartelle non riscosse entro 5 anni saranno “discaricate” in automatico. Il decreto legislativo approvato in consiglio dei ministri introduce infatti il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle Entrate-riscossione “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”. L’Agenzia può anche procedere al “discarico anticipato” per le quote affidate dal 2025 per cui abbia rilevato “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale” o “l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”.
“Sono già dieci i decreti di attuazione della riforma fiscale presentati in Cdm, dei quali otto approvati in via definitiva”. Lo ha detto il viceministro dell’Economia Maurizio Leo al termine del Cdm. “In particolare – spiega -, oggi il governo ha approvato in prima lettura il decreto sulla riscossione. Si tratta di un importante intervento su una materia complessa e delicata, che ha tre obiettivi: snellire l’attuale magazzino di debiti fiscali, attualmente a 1.200 miliardi; evitare che in futuro se ne crei un altro della medesima entità; rendere la riscossione più veloce ed efficiente, in linea con i principali Paesi europei”.
Via libera preliminare del Consiglio dei ministri al decreto legislativo attuativo della delega fiscale sulla riscossione. Col dlgs, spiegano fonti di governo, le cartelle notificate dal primo gennaio 2025 e non riscosse decorsi 5 anni successivi potranno essere automaticamente discaricate dal cosiddetto “magazzino della riscossione”. Decorsi i 5 anni le somme non saranno stralciate, ma l’ente creditore potrà mettere in campo tre differenti soluzioni: gestire in proprio la riscossione coattiva delle somme discaricate; affidarla in concessione a soggetti privati mediante gara pubblica; riaffidarla all’AdER (Agenzia entrate e riscossione) per 2 anni nel caso in cui l’ente creditore venga a conoscenza di nuovi e significati elementi reddituali del debitore.
Per i carichi affidati alla riscossione negli anni precedenti fino al 2000 sarà una Commissione presieduta da un magistrato della Corte dei Conti che dovrà proporre soluzione legislative per il magazzino della riscossione. “Questa operazione – dicono fonti del governo – si rende necessaria perché al 31 dicembre 2023 il “magazzino” della riscossione ammonta a più di 1.200 miliardi. Svuotare questo abnorme mole riferita anche a persone defunte, nullatenenti, e non più reperibili, è molto importante per razionalizzare la riscossione”.
Per i debiti inferiori o pari a 120 mila euro, sarà concessa una dilazione aggiuntiva rispetto alle attuali 72 rate mensili, passando: nel 2025 e 2026, fino a 84 rate mensili; nel 2027 e 2028, fino a 96 rate mensili; nel 2029 e 2030, fino a 108 rate mensili; dal 2031, si valuterà la possibilità di concedere 120 rate mensili.
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