Chi non ha mai acquistato una bibita fresca, uno spuntino o semplicemente un caffè dai distributori automatici? Chi in ufficio o a scuola, chi durante una pausa dal lavoro e chi stando in attesa del proprio turno per una visita. Almeno una volta nella vita è capitato a tutti di inserire della moneta e schiacciare quel pulsante.
La diffusione dei distributori automatici è ormai cresciuta esponenzialmente. A differenza dei bar tradizionali sono utilizzabili ininterrottamente per 24 ore: una cosa non banale, capace di soddisfare qualsiasi nostra voglia.
In questo articolo parleremo di questa macchina, cercando di svelarne le tipologie e le normative che è necessario seguire. Perché sì, anche i distributori automatici sono legati a delle regole, alcune molto più rigide di quello che potremmo immaginare.
Un distributore automatico è una macchina che eroga prodotti o servizi su richiesta di un utente, previo pagamento. Nell’80 per cento dei casi è associato a qualcosa legato alle bevande o al cibo.
Ma ce ne sono per tutte le esigenze: dai prodotti parasanitari alle sigarette. Sono dispositivi insomma che forniscono prodotti o servizi senza la necessità di un operatore fisicamente presente.
Come abbiamo già accennato sopra, esistono diverse tipologie di distributori automatici, per soddisfare specifiche esigenze dei consumatori. Vediamo insieme quelle più diffuse:
Le informazioni per chi consuma sono importanti in qualsiasi ambito, e quello dei distributori automatici non ne è escluso. La normativa richiede infatti che il gestore predisponga un apposito cartello indicando informazioni come l’elenco ingredienti, le modalità di conservazione, la data di scadenza.
Ma non c’è solo l’aspetto informativo. Uno degli capitoli maggiormente regolamentati riguarda l’igiene e la sicurezza alimentare dei prodotti.
I distributori automatici devono essere regolarmente puliti e disinfettati da operatori specializzati, sia all’interno che all’esterno. Gli apparecchi devono essere dotati di dispositivi di conservazione adeguati a mantenere i cibi ad una temperatura costante, isolandoli dall’esterno. Oltre a questo, è necessario verificare periodicamente il corretto funzionamento dei sistemi meccanici ed elettronici.
La legge italiana ed europea (Regolamento europeo n. 852/2004 e successivamente D.lgs 193/2007) prevede una serie di certificazioni per le aziende del settore, al fine di assicurare la qualità del servizio. Tra queste c’è l’HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), che gli operatori incaricati di ricaricare il distributore e di provvedere alla pulizia dello stesso devono conseguire.
Tra le certificazioni ci sono anche: la ISO 22000 per la sicurezza alimentare, l’ISO 9001 per la qualità, l’ISO 45001 per la sicurezza sul lavoro e l’ISO 14001 per l’ambiente.
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