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Soveria Mannelli rievoca “i vespri” del marzo 1806

L’evento storico apre la stagione delle rivolte antifrancesi in cui l’onda travolgente di Napoleone cambia l’identità delle strutture amministrative dei territori. Da sabato 4 a lunedì 6 novembre tre giorni di eventi organizzati dal Comune insieme alla compagnia teatrale “I Commedianti” e in collaborazione con diverse associazioni. Finanziato dal Ministero della Cultura il progetto sui “Vespri Soveritani” prevede convegni e un corteo storico e altri momenti di convivialità e spettacolo.    

Un ritorno al passato. Tre giorni intensi, da sabato 4 a lunedì 6 novembre: Soveria Mannelli rievoca i moti antifrancesi. Quei giorni che vanno dal 22 al 25 marzo del 1806, c’è stata una sollevazione popolare che è passata alla storia come i “Vespri Soveritani”. Per ricordare gli avvenimenti sono stati organizzati diversi appuntamenti con un progetto finanziato dal Ministero della Cultura e promosso dalla Compagnia teatrale “I Commedianti” su iniziativa del Comune di Soveria Mannelli, guidato da Michele Chiodo e del presidente della compagnia teatrale “I Commedianti”, in collaborazione con diverse associazioni (Compagnia Teatrale Pizzitana, associazione “Gioacchino Murat” di Pizzo e associazione Cultura&Sila). Si parte sabato con il convegno storico “I Vespri Soveritani”, con la partecipazione degli storici Mario Gallo e Vincenzo Villella. Domenica dalle ore 16 (Piazza Bonini), lo spettacolo dei burattini “Zampalatesta u cane tempesta” (di e con Angelo Gallo); alle ore 17.30 il “Corteo Storico” con degustazione di prodotti tipici locali. Nella giornata conclusiva (lunedì 6 alle ore 18), l’Officina della Cultura e della Creatività presenta il convegno storico-letterario con la presentazione del manoscritto “Vespri della Calabria” (di Umberto Pascuzzi) a cura di Valeria Capolupo (docente).

Siamo all’inizio di quello che gli storici hanno battezzato come “il decennio francese”. L’evento ricorda i fatti in cui sono protagonisti i cittadini di Soveria Mannelli che si ribellano e aprono la stagione delle rivolte antifrancesi e diversi saranno i focolai accesi in Calabria.  “I Vespri Soveritani” si svolgono l’anno prima dell’autonomia amministrativa (19 gennaio 1807) attribuita da Giuseppe Bonaparte (re di Napoli e fratello di Napoleone). Quindi è alla vigilia dell’autonomia amministrativa che il 22 marzo 1806, a Soveria scoppia questa rivolta popolare contro le truppe di occupazione francesi. Guidati da Carmine Caligiuri un gruppo di soveritani assale le truppe francesi uccidendo quattordici soldati. Il moto si estende rapidamente ai paesi vicini. Tuttavia pochi giorni dopo, il 28 marzo, nel corso di uno scontro con le truppe francesi nei pressi di Scigliano, Carmine Caligiuri viene ucciso. Per rappresaglia, Soveria viene data alle fiamme. Il processo per la rivolta si celebra a Cosenza cinque anni dopo e si conclude con pesanti condanne per i soveritani: pena capitale per Francesco Antonio Caligiuri e Matteo Inzelletto, 30 anni di reclusione per Cardamone dei Giurati, Giovan Battista Marasco e Francesco Cardamone.  (Moisè Asta, Dai Vespri all’autonomia, Soveria nel primo decamestre del decennio francese, Soveria Mannelli: Cittàcalabria edizioni, 2007).

Da ricordare che proprio dalla Calabria, Giuseppe Bonaparte avvia la sua profonda riforma statale. Infatti si trova a Reggio Calabria, quando riceve il decreto di nomina dell’Imperatore, dopo essere partito il 3 da Napoli per conoscere le più lontane province del Regno di Napoli (dopo che il 10 febbraio del 1806, con l’esercito napoleonico, entra a Napoli).

Nei giorni di permanenza a Reggio Calabria riorganizzò il nuovo Ministero di Stato, che fu detto dell’Interno, conferendogli competenze sull’amministrazione delle provincie, la pubblica sanità, gli ospedali, le carceri civili, le congreghe laicali, le opere pubbliche, l’agricoltura, il commercio, l’istruzione pubblica, le accademie, le biblioteche e le società letterarie. Le sue direttive furono subito innovative. Il 10 maggio stabilisce gli intendenti delle province, i sotto-intendenti dei distretti ed i sindaci in ogni comune, poi tornò a Napoli dove, con il decreto n. 71 del 15 maggio 1806, istituisce pure il Consiglio di Stato, che ebbe all’inizio un ruolo prettamente consultivo, esprimendo i propri pareri su qualsiasi argomento, soprattutto in materia tributaria. Successivamente le sue funzioni furono ampliate e con il decreto del 5 luglio 1806 diviso in quattro sezioni: legislazione (giustizia e culto), finanza, interno e polizia, guerra e marina.

Il 17 agosto il Corpo della Città di Napoli viene sostituito dal Senato e disposta anche la divisione delle Provincie in Distretti, Circondari e Comuni.

In pochi giorni la fitta rete di privilegi, prerogative, poteri, ambiti di diritto, forme di controllo, su cui poggiava da secoli lo stato napoletano, viene spazzata via. Lo Stato acquisisce le sembianze moderne d’una macchina amministrativa. La sanità, l’assistenza sociale, l’istruzione, la regolazione delle arti e mestieri, tutto veniva posto sotto il controllo e la direzione dello Stato.

 

Nicola Rombolà

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