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Scicli. “Passaggi a Sud-Est”, dodici fotografi sul territorio degli Iblei

Venerdì 28 luglio, alle ore 18,30 nel Convento di Santa Maria della Croce, sarà inaugurata la mostra fotografica “Passaggi a Sud-Est”. In mostra gli scatti di Patrizia Bonanzinga, Giovanni Chiaramonte, Mario Cresci, Fausto Giaccone, Fosco Maraini, Pepi Merisio, Melo Minnella, Pino Ninfa, Massimo Paci co, Stefano Rovai, George Tatge, Marco Zanella. La mostra, promossa e organizzata dall’Associazione Culturale Franco Ruta, Modica in collaborazione con Parco Archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica, è a cura di Luca Fiore, il progetto e coordinamento editoriale sono di Angelo Barone. Potrà essere visitata dal 29 luglio al 3 settembre.

La mostra parte da alcune foto di Fosco Maraini del 1950 che, spintosi nel territorio Ibleo per la realizzazione del libro fotografico “Nostro Sud”, darà inizio ad una serie di passaggi, attraversamenti di fotografi con finalità editoriali o documentarie che attraverso il loro osservare testimoniano modalità e sensibilità inedite nel restituire la visione dei luoghi, quelli del sud est, da sempre considerati periferici e marginali rispetto ai grandi flussi legati al turismo già dagli inizi del Grand Tour, nella seconda metà dell’800.

Questo lembo di terra, meglio conosciuto come la ex Contea di Modica, era rimasto marginale proprio perché esprimeva codici percettivi e caratteristiche culturali diverse, rispetto ad una Sicilia che evocava il mito e il classico attraverso le testimonianze greche. Territorio frutto di rinascita tardo barocca, viene considerato troppo recente per attrarre storici e cultori dell’archeologia, vivendo un suo dorato isolamento fino a essere definito “regnum in regno”. Contrariamente ai luoghi del Grand Tour, largamente documentati da fotografi che ne riproducono e moltiplicano il fascino, la parte degli Iblei è stata poco rappresentata se non occasionalmente e con immagini da cartolina. Manca totalmente una sistematica testimonianza fotografica del divenire dei luoghi nelle sue mutazioni, documentando contraddizioni fra ambizioni moderniste, periferie informi diluite attorno ai centri storici, un’economia che ha cambiato forma e immagine del paesaggio, passando da un’agricoltura arcaica ad attività del terziario, insomma un post-modernismo in tutte le sue coniugazioni.

Questa mostra, attraverso le immagini degli autori, vuole restituire uno sguardo “altro”, distaccato dal ricatto della memoria sedimentata, dalle consuetudini, dall’osservare addomesticato dalla quotidianità, spaziando dal consueto al marginale.

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