La Pompei d’Oriente si trova in Iran. Si tratta dell’antica città di Shahr-i Sokhta, sommersa dalla sabbia del deserto del Lut, attorno al 2.300 a.c. Come il centro romano raso al suolo dalla lava vulcanica del Vesuvio, Shahr-i Sokhta è rimasta intatta nei secoli.
Il sito di Shahr-i Sokhta è stato portato alla luce nella provincia iraniana di Sistan-va-Baluchistan da un team di archeologi internazionale, avviato nel 2016 dal dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento. Secondo gli studiosi, il suo collasso è avvenuto in pochi decenni e sembra che il motivo della sua sparizione sia legato ad un repentino cambiamento climatico.
La Città rientra nella lista Unesco per il suo “valore universale”. Shahr-i Sokhta era un fiorente centro commerciale e agricolo, crocevia di quattro grandi civiltà fluviali: Oxus, Indo, Tigri-Eufrate e Halil. Dagli scavi sono emersi gli usi e le abitudini degli abitanti della città. Il ritrovamento di centinaia di proto-tavolette, con annotazioni numeriche, testimoniano un’organizzazione sociale e amministrativa, mentre gli alti edifici dimostrano l’inizio di un processo di urbanizzazione.
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