Terremoto politico giudiziario nella piana di Gioia Tauro. Giuseppe Idà, sindaco di Rosarno, figura tra i 49 arrestati nell’ambito dell’operazione “Faust”, condotta dai Carabinieri e coordinata dal procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gaetano Paci. Il primo cittadino rosarnese è destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. È stato iscritto sul registro degli indagati con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso. Agli arresti domiciliari è finito anche per un consigliere comunale, Domenico Scriva, eletto con la lista civica “Cambiamo Rosarno”, che sosteneva Idà.
“Faust” ha permesso di fare luce sugli interessi della cosca Pisano, in un contesto che rivela cointeressenze di sodalizi operanti nel Mandamento Tirrenico, l’attuale pervasività dell’articolazione territoriale di ‘ndrangheta denominata società di Polistena, capeggiata da esponenti della famiglia “Longo”, e anche della locale di ‘ndrangheta di Anoia.
Gli inquirenti hanno contestato l’appoggio elettorale fornito dalla cosca Pisano al sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, e al consigliere comunale Domenico Scriva. Secondo l’accusa i due avrebbero ottenuto voti in cambio della promessa di incarichi nell’organigramma comunale a uomini di fiducia del clan.
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