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Firenze. Diabete in età evolutiva: 170 mila euro per i campi scuola dedicati a bambini e ragazzi

In linea con gli anni precedenti sono stati deliberati anche per il 2020 ben 170mila euro destinati ai campi scuola per bambini e ragazzi con diabete in età evolutiva. L’atto è stato approvato dalla Giunta regionale in occasione dell’ultima seduta su proposta della Direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale, assegnando 110mila euro all’Azienda ospedaliero universitaria Meyer (sede del Centro regionale di riferimento per il diabete dell’età evolutiva), 30mila euro alla Asl nord ovest e altrettanti 30mila euro alla Asl sud est. “La Regione è impegnata da anni, fin dal 2000, nel sostenere progetti di organizzazione di campi scuola per bambini e adolescenti con diabete – ha commentato l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi -. Sono iniziative fondamentali che aiutano i ragazzi a imparare a essere autonomi e sempre più responsabili nel gestire la propria patologia. Le esperienze maturate in questi anni sono state tutte estremamente positive ed efficaci. E’ per questo motivo che, in sinergia con le associazioni di volontariato, abbiamo voluto dare continuità a progetti di grande valore educativo e terapeutico, che migliorano e rafforzano le capacità di autogestione e di integrazione sociale fra i minori”. I campi scuola per bambini e ragazzi con diabete Sono parte integrante dei programmi di educazione all’autocontrollo e all’autogestione del diabete. I programmi prevedono nozioni teoriche, addestramento pratico e supporto psicologico per imparare a superare le problematiche legate alla convivenza con la malattia nel quotidiano. In questi campi scuola, organizzati al di fuori delle strutture ospedaliere, all’interno di una sorta di vacanza, sono presenti medici, infermieri, psicologi, pediatri, dietisti, preparatori atletici delle Scienze motorie, personale dell’associazione diabetici, con l’obiettivo di fornire le competenze per la gestione del diabete in assenza dei familiari e creare i presupposti per una maggiore indipendenza e sicurezza verso esperienze di gruppo proposte dalla scuola; favorire il confronto con i coetanei; sviluppare l’autostima, la responsabilizzazione, il controllo emotivo; impegnare i ragazzi in attività ricreative e sportive, dimostrando la loro compatibilità con il diabete; favorire il confronto con famiglie che condividono il problema; aiutare i genitori a sostenere il peso della diagnosi della malattia, fornendo loro tutti gli strumenti necessari per l’accettazione della malattia e la crescita serena dei propri figli.

Redazione

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