A Modena morti 6 detenuti durante la rivolta in carcere, sommosse e danni in tutta Italia

Si aggrava il bilancio delle vittime nelle carceri italiane. Sono sei i detenuti morti nel carcere di Modena durante la sommossa di ieri. Lo scrive Repubblica citando fonti della Questura modenese, confermate dal sindacato della polizia penitenziaria, Sappe. Sono tre vittime in più rispetto a quanto comunicato in precedenza dall’amministrazione penitenziaria, secondo cui allo stato non è risultato alcun segno di lesione sui tre corpi. Infatti due decessi sarebbero riconducibili all’uso di stupefacenti, mentre il terzo detenuto è stato rinvenuto in stato cianotico, di cui sono si conoscono le cause. Sono ingenti i danni nel carcere di Modena. Al momento è in corso la bonifica dei locali e il trasferimento di gran parte dei detenuti in altre strutture. La procura di Modena ha aperto un’inchiesta per resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata. La prefettura di Modena sta organizzando per la mattinata una riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, per fare il punto sul tema Coronavirus e in particolare su quanto successo nel penitenziario. “Le prime tre morti non sarebbero direttamente riconducibili alla rivolta nel carcere, precisano le fonti, anche se gli accertamenti sono appena cominciati e sono tuttora in corso” si legge sul quotidiano. Sono stati invece all’incirca 150 i detenuti coinvolti nella sommossa scoppiata nella serata di domenica nel carcere di Reggio Emilia, protesta legata alle limitazioni dovute alla diffusione del coronavirus. Tre le sezioni coinvolte e danneggiate, con incendi di materassi, lancio di oggetti alla polizia penitenziaria, rottura degli arredi. Per riportare la calma sono intervenuti anche i carabinieri, la polizia e i vigili del fuoco. Il penitenziario non risulta inagibile.   I disordini per le norme anti-diffusione del coronavirus che impongono la sospensione dei colloqui con i parenti arrivano anche nel carcere milanese di San Vittore dove detenuti sono saliti sui tetti e gridano “Libertà, Libertà” e “Vergogna”. La polizia penitenziaria sta intervenendo per sedare i disordini nei reparti. Dalla strada adiacente al carcere si vedono carta e stracci a cui è stato dato fuoco attaccati alle grate di una finestra e getti d’acqua per contenere le fiamme. Sono almeno una quindicina i detenuti visibili sul tetto che urlano e alzano le braccia al cielo, buona parte con il cappuccio della felpa alzato, o il volto nascosto da una sciarpa. I vigili del fuoco sono entrati per spegnere gli incendi, ci sono anche reparti della Mobile.

Redazione

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