I nastri trasportatori, protagonisti dell’automazione industriale. Cosa sono e come funzionano?

Le aziende industriali hanno sempre più bisogno di meccanismi di automazione dei flussi produttivi, efficienti e durevoli, oltre che di manutenzioni tempestive al fine di non interrompere la produzione. In quest’ottica è diffuso l’utilizzo di nastri trasportatori industriali, ovvero trasportatori in grado di movimentare automaticamente i prodotti e i materiali facenti parte del processo produttivo dell’azienda, in diversi settori: alimentare, smaltimento rifiuti, metallurgia, edilizia, ecc.

Cos’è e come funziona un nastro trasportatore?

Il trasportatore a nastro è un dispositivo adibito al trasporto di oggetti, materiali sfusi o in massa tra i quali laterizi, sabbia, rifiuti solidi urbani , prodotti alimentari, prodotti industriali, pacchi, persone, ecc… e destinati all’elaborazione in scala industriale, come la produzione in una catena di montaggio. I trasportatori a nastro possono essere fissi o mobili, a conca o piani. Il nastro trasportatore in gomma rappresenta l’elemento principale del trasportatore a nastro. Il vantaggio di un nastro trasportatore è che ha un basso consumo di energia, basso costo di sorveglianza e possibilità di grandi portate. Il nastro trasportatore in gomma forma un anello o banda che viene trainato dal tamburo di traino il quale trasmette il moto, permettendo lo spostamento del prodotto dal punto A al punto B . Il concetto di base ricorda quello della catena della bicicletta. I nastri trasportatori in gomma vengono prodotti secondo normative ISO-UNI . Sul mercato sono presenti diverse tipologie di tappeti con caratteristiche tecniche differenti, in base al tipo di applicazione e del materiale trasportato. Il nastro trasportatore in gomma è costituito da una copertura superiore, una inferiore ed una carcassa centrale o nucleo. Le coperture dei nastri trasportatori in gomma vengono identificate in base al “grado”, il quale ne determina la tipologia e le relative caratteristiche tecniche secondo le normative ISO-DIN applicate . Le coperture permettono di proteggere la carcassa e caratterizzano la tipologia del nastro, oltre che garantire sicurezza e lunga durata anche in condizioni di lavoro estreme. La carcassa centrale invece conferisce la proprietà meccanica, garantendo al nastro:

  • resistenza alla trazione
  • resistenza all’allungamento
  • carico di rottura

Tali carcasse possono essere tessili o metalliche . I nastri tessili sono quelli più comunemente utilizzati e vengono identificati con la sigla EP, tale sigla identifica un nastro con carcassa in NYLON (in trama, che ne garantisce la flessibilità in senso trasversale) + POLIESTERE (in ordito, che ne garantisce quindi resistenza alla trazione nel senso longitudinale ), questo accoppiamento di tessuti definisce il carico di rottura del nastro trasportatore che generalmente va da 200 fino a 3150 Kg/cm2 (KN/m) , da 2 fino a 6 tele.

Redazione

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