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Matera. Arte contemporanea in Fondazione Sassi fino al 10 marzo

Matera terra del pane, declinata nell’imprescindibile rapporto uomo-natura ad opera di tre giovani artisti: Natalija Dimitrijevic, Silvia Monacelli e Raffaele Vitto. La mostra Terrigenum (letteralmente ciò che nasce dalla terra) attraverso installazioni site specific invita il pubblico a esplorare il percorso del grano, che dai campi coltivati dell’artista pugliese Raffaele Vitto giunge ad essere manipolato attraverso le ricette dell’artista di Matera Silvia Monacelli, per finire nella forma del pane della sua terra d’origine, la Serbia, sulla tavola di Natalija Dimitrievic.

Terrigenum, a cura di Francesca Arpino, sarà ospitata fino al 10 marzo nella sala mostre della Fondazione Sassi ed è la quarta delle 12 Windows, le dodici finestre aperte verso il futuro dell’arte nate da un’idea di Giancarlo Chielli, con la direzione Artistica di Francesca Arpino. Mostre che sono parte integrante del progetto Festival La Terra del Pane.

Terrigenum è organizzata e promossa dalla Fondazione Sassi. La mostra rientra nell’ambito del Festival La Terra del pane, progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 in coproduzione con la Fondazione Matera-Basilicata 2019, tema: Radici e Percorsi. La mostra è allestita nella Sala mostre della Fondazione Sassi in via San Giovanni Vecchio n.24/27 e resterà aperta fino al 10 marzo 2019. Si potrà visitare tutti i giorni dalle 10 – alle 13 e dalle 16 alle 19. Giorno di chiusura: lunedì.

L’accesso alla mostra è con il Passaporto per Matera 2019 , il ticket di accesso per partecipare a tutti gli eventi di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 (acquistabile su www.matera-basilicata2019.it o all’InfoPoint di Matera 2019 in via Lucana n.125). L’esistenza dell’uomo è garantita dai rapporti di convivenza con l’ambiente naturale e la coltivazione del grano. In mostra sarà possibile osservare, in forma d’arte, le riflessioni dei singoli artisti: Natalija Dimitrijevic, utilizzando la sua personale tecnica del disegno infantile, ricostruisce, all’interno di una stanza, la tipica casa nei Sassi degli anni ’50. I singoli elementi disegnati (la tavola apparecchiata col pane, una coperta ricamata, gli animali) raccontano allo spettatore la memoria del suo ultimo proprietario.

La tradizione è anche il centro dell’opera di Silvia Monacelli. L’artista infatti riflette sull’importanza della ricetta, scoperta e tramandata, e realizza delle installazioni tridimensionali utilizzando fogli di Rosaspina (carta composta per il 60% di cotone)che rimandano idealmente agli antichi ricettari domestici. La terra e la tradizione contadina è il soggetto delle opere di Raffaele Vitto. L’artista realizza infatti due installazioni utilizzando la terra come materia prima. In una di queste, partendo dal presupposto che la coltivazione è un artificio dell’uomo, realizza un pavimento composto di 400 mattonelle di terra: quando il visitatore calpesterà il pavimento, le mattonelle si sgretoleranno e la terra tornerà ad appartenere alla natura.

Redazione

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