L’ospite di questo articolo è Salvatore Capolupo, ingegnere informatico e fondatore di Trovalost.it, un sito web di comparazione di web hosting. Abbiamo trovato Trovalost.it – si passi il gioco di parole! – perchè stavamo valutando alcune offerte per hosting e domini, e la chiarezza espositiva del sito in questione ci ha subito colpiti. Pertanto abbiamo colto l’occasione per contattare Salvatore, e chiacchierare un po’ con lui.
S: Ciao! Diciamo che nasce un po’ per hobby ed un po’ per passione, ma anche perchè ho voluto raccogliere una sfida lavorativa per me inedita. Mi sono avvicinato al mondo della SEO nel 2008, il famigerato anno in cui “la crisi” ha iniziato a farsi sentire e, in definitiva, a condizionare sotto ogni punto di vista le nostre vite. Non ero soddisfatto di quello che mi stavano facendo fare all’epoca (programmazione in Java), e pensavo ad una svolta con qualcosa di diverso. Così ho iniziato a formarmi nel settore dell’ottimizzazione dei motori di ricerca, in un periodo in cui l’approccio dominante era molto meno sistematico di oggi (chiunque faceva il guru… proprio chiunque!) e fare SEO aveva un fascino quasi esoterico, per me. In seguito mi sono creato più di un sito per testare le varie tecniche, e provare a guadagnarci qualcosa; dopo varie evoluzioni è nato Trovalost.it.
S: Sì, abbastanza 🙂 ma neanche troppo, in fondo, visto che concilia in modo gradevole, dal mio punto di vista, la fredda scrittura di algoritmi con la bellezza di scrivere in italiano, di farsi capire dalle persone – soprattutto quando gli argomenti trattati non sono banali. Quando mi sono laureato, molti raccontavano che avremmo programmato e basta per decenni, ma soprattutto che per noialtri sarebbe stato comunque redditizio, piacevole e sempre più facile farlo: un mito fuori dalla realtà, almeno per me, e che ignorava vari fattori. Quella vita non faceva per me, ed è stato necessario trovare una nuova dimensione del mio lavoro, al di là di fare il dipendente presso qualcuno. Anche così nasce e si evolve Trovalost: un portale utile a webmaster e blogger con FAQ, tutorial, approfondimenti tematici sugli hosting, con l’aggiunta di utility gratuite di ogni genere, tool per confrontare le offerte e così via.
Credo sia vitale: nel mondo della fake news, ormai usate per alimentare il mercato e pilotare le idee, è indispensabile dire le cose in modo preciso. La maggioranza del materiale informativo sull’uso degli hosting, almeno sul web, è a volte obsoleto e poco curato: troppo difficile da consultare per l’utente medio, che poi è anche la figura che mediamente usa questi servizi. Questo mi ha fatto intuire l’importanza di spiegare le cose in modo più fruibile, ed il web è stato lo strumento ideale per pubblicarle. In questo, ovviamente, lavorare a contatto con vari hosting italiani (e non solo) mi ha permesso di capire meglio tante cose, e questo per me è il modo più naturale per farle fruttare. Al momento ci sono circa 300.000 visitatori all’anno che, in media, trovano risposte all’interno del sito.
Si tratta di un nome brandizzato, che ho vagliato dopo una ricerca approfondita: mi interessava un nome facile da ricordare e da scrivere, possibilmente in italiano e che fosse “parlante”: con Trovalost non devi fare altro che… trovare l’hosting 🙂
In parte è vero, e sicuramente lì è stato fatto un lavoro considerevole – molto più di quanto le persone in genere riconoscano; nel mio sito, pero’, trovi guide tematiche ma anche approfondimenti,utility per webmaster (WHOIS, ping, trova IP di un dominio e così via), tutte cose progettate da me in anni di lavoro, test e dita contuse sulla tastiera 😀 .
Diciamo che le intenzioni sono probabilmente simili, ma il modo è diverso – anche perchè non aveva senso rifare le sue stesse cose.
S: …spietato 😀 a parte gli scherzi, è molto vario. Trovi persone gentilissime e preparate, ma anche personale non precisamente all’altezza, purtroppo. Per fortuna Google, ed una oculata strategia di marketing, ti danno lo spazio che meriti a prescindere dai personalismi, puntando sul fatto che le persone mirano spesso la “coda lunga” (esempio: cercano soluzioni specifiche a problemi specifici).
Questo significa anche che non può esserci spazio proprio per tutti: uno deve essere bravo a ritagliarselo, nella propria nicchia. La priorità, qualunque sia il modo in cui lo fai, per me è sempre stata quella di fornire informazioni particolari, inedite, competenti e utili, mettendo l’utente al centro dell’esperienza – e senza considerarlo uno che “fa numero” e basta.
Cosa consiglieresti a chi volesse aprire oggi il proprio business online?
S: Anni fa avrei consigliato di fare un bel corso di formazione, oggi è un po’ diverso; mi pare che il problema spesso siano le idee, più che le tecnologie. Ci sono decine di startup sul web che faticano ad emergere – e a fatturare, a volte – e questo denota che bisognerebbe essere più critici dall’inizio.
Sai rispondere alla domanda “come faccio a fatturare con la mia idea“? Questo è il punto. Se uno volesse aprire il proprio business online forse dovrebbe prima farlo funzionare offline: internet è solo un catalizzatore, mentre troppi sono convinti che sia – di per sè – un modo per fare soldi – anche se poi propaghi e vendi spazzatura. Questo è un male, ed è il problema da affrontare per chi vuole lavorarci. Se dovessi suggerire un quid su cui fare business oggi, comunque, penserei ad ideare un gateway di pagamento iper-semplificato, oppure ai bitcoin – un’opportunità interessante e sottovalutata.
Si può fare business online in Italia, secondo te?
S: Direi di sì, ma ancora la strada è lunga. In troppi casi si trovano ostacoli dettati da infrastrutture non sempre all’altezza, e in genere c’è un grosso problema di mentalità: non tanto perchè le persone non capiscano affatto la tecnologia, ma perchè si sono fatti un’idea personalistica (e fuori bersaglio) su di essa. In quel caso è complicato fargli cambiare idea: un tentativo va sempre fatto, e questo passa per forza di cose da un’informazione corretta e non mistificata. Per tutto il resto, ci vogliono “solo” belle idee, tenacia e umiltà.
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