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Un salto indietro nel tempo

Un salto in dietro, nel tempo Di Vincenzo Calafiore Cividale del Friuli 16 Dicembre 2017 Udine 18 Dicembre 2017 Ritornerò per Natale Paolo Rojatti ci ha riportati indietro nel tempo, nella Oborza ( Valli del Natisone) degli anni 50’, per raccontare una storia agrodolce che si avvicina più al dramma che alla commedia brillante. Un film in bianco e nero proiettato gentilmente nella sala parrocchiale della chiesa di Santo Stefano in Rualis, da Sergio Fon. La cura riposta nella scrittura dei personaggi è tipicamente friulana, allo stesso modo il profondo disaggio e la solitudine del luogo, il pessimismo degli eventi pennellato qua e là dalle immagini della realtà di quegli anni 50’. Oltre la storia però, una pièce teatrale a tutti gli effettti, il vero valore aggiunto è rappresentato da un eccellente cast con un Sergio Fon da premio e da Edda Duriavig e Matteo Osgnach, insieme capaci di trasformare ogni ripresa in un dipinto saturo di colori. “ Ritornerò per Natale “ un’Opera tanto delicata quanto amara che non si dimentica facilmente. OBORZA, anni ’50. Un paese distante da ogni cosa, dalla vita scandita dalle stagioni, dall’isolamento, dal silenzio e dalla solitudine. I nostri due personaggi principali Sergio Fon, e Matteo Osgnach, nel film suo figlio, sono il ritratto felice di un padre e di un figlio; infatti il padre insegna al figlio a fare i lavori nella stalla, ma con lui pure gioca. Marito e moglie che condividono le fatiche di una vita grama dell’epoca, decadente e colma di problemi, nonostante la superficie patinata delle grandi città. Poi il loro rapporto è scivolato in una noiosa routine, peggiorata dal lavoro senza via d’uscita che costringono lui ad emigrare all’estero. In sua assenza a provvedere alla casa e alla stalla, al figlio è la moglie, ( Edda Duriavig). La vita per la moglie senza il marito diviene sempre più pesante che lei affronta con dignità e grandi sacrifici, come quella di andare a lavare i panni nell’acqua gelida di un fiume, di raccogliere legna per il camino, mele dagli alberi. Intercorre la corrispondenza, lettere che lei attende e a cui risponde immediatamente. Il Marito in una lettera le annuncia che ritornerà per Natale e così è. Alla stazione vanno madre e figlio a ricevere il padre, e assieme felici tornano a casa. Con il suo rientro, le cose cambiano in bene fino a quando la cattiveria della gente del paese si manifesta a lui con le cattiverie sulla moglie rivelate da un compaesano, in osteria ove lui aveva offerto da bere a tutti. Sempre più avvelenato dal pensiero di essere stato tradito dalla moglie, l’interprete principale si ubriaca continuamente fino a quando non esplode la lite in famiglia. Alla fine aiutato dal suo migliore amico, il marito scaccia via i brutti pensieri, smette di bere e chiede scusa alla moglie e al figlio; finalmente torna la pace e la serenità in famiglia. Il personaggio con più colori fra tutti, conosce la disperazione, la noia, la passione, la rabbia cieca, il rimpianto e il desiderio e sa alla perfezione quando far prevalere uno di questi elementi sugli altri, a rotazione. La Edda Duriavig è davvero, insieme a Matteo Osgnach, il motore del film. Menzione particolare per Sergio Fon , che ama dar vita a qualsiasi cosa, in ogni momento ma è allo stesso tempo il capro espiatorio di tutti i peccati di una comunità anche se piccola sempre troppo occupata a occuparsi di lui. Paolo Rojatti inizia le riprese del film nell’anno 2009 a Oborza e le termina per le troppe vicissitudini e imprevisti agli inizi dell’anno 2014. “ Ritornerò per Natale “ un film da vedere per ricordare come si era e comprendere quel che oggi siamo.

Redazione

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