La Toscana dichiara guerra all’inquinamento: ecco il piano

Nessuno più dovrà essere esposto a livelli di Pm10 e biossido di azoto oltre i valori limite. E’ l’obiettivo del Piano regionale toscano per la qualità dell’aria (PRQA) che individua le principali cause dell’inquinamento e le aree più critiche. L’obiettivo è portare a zero la percentuale di popolazione esposta a livelli di inquinamento oltre i valori limite di particolato fine PM10 (attualmente al 17,2% e riguarda i territori della Piana lucchese, la Valdinievole, la Piana tra Prato e Pistoia e Valdarno Superiore) e di biossido di azoto NO2 (attualmente al 9,3% e riguarda l’area urbana del Comune di Firenze).

La principale causa di inquinamento da PM10 è rappresentata dalla combustione delle biomasse. Sono usate per riscaldamento domestico ma anche degli sfalci e le potature oggetto di abbruciamenti all’aperto. Le biomasse contribuiscono tra il 43% ed il 53% ai livelli di inquinamento misurati tra novembre e marzo il cosiddetto periodo critico. Seconda causa è il traffico che contribuisce tra il 16% e 18% all’inquinamento da PM10. I dati mostrano però che, a seguito del rinnovo del parco circolante, la principale emissione di PM10 non riguarda più quello che esce dalla marmitta, ma è rappresentato dall’usura di freni, gomme e asfalto che sono ovviamente comuni a tutte le tipologie di veicoli indipendentemente dal loro tipo di alimentazione. Agricoltura (attività di allevamento) e industria contribuiscono all’inquinamento da PM10 con circa il 14%.

Le azioni di contrasto previste dal PRQA per le PM10 sono divieto per le nuove costruzioni nelle aree critiche dell’utilizzo di biomassa per il riscaldamento, mentre in tutto il resto del territorio regionale saranno permessi solo impianti a biomassa di elevata efficienza (almeno 4 stelle su 5); coinvolgimento dei Carabinieri forestali per controllare il rispetto delle ordinanze di divieto di abbruciamento all’aperto emesse per tutto il periodo da novembre a marzo; politiche di incentivo per l’utilizzo del trasporto pubblico locale (tramvia, rinnovo e incremento flotto autobus, miglioramento trasporti ferroviari, ecc..) e mobilità dolce (piste ciclabili, mobilità pedonale, ecc..). Promozione dei veicoli elettrici, presente nel Piano, che anche se hanno ovviamente le stesse emissioni da usura dei veicoli tradizionali, non hanno emissioni di monossido e biossido di azoto (NO ed NO2) e quindi contribuiscono a risolvere il problema dei superamenti di NO2 ; Azioni per limitare le emissioni in particolare di precursori del PM10 (cioè sostanze che a seguito di complesse reazioni chimiche in atmosfera si trasformano in particolato PM10); Educazione e sensibilizzazione per comportamenti e stili di vita ambientalmente sostenibili. Il Piano individua l’informazione e l’educazione ambientale come azione strategica e trasversale finalizzata a diffondere una maggiore consapevolezza rispetto alle cause e alle interazioni che incidono sulla qualità dell’aria. In più il Piano promuove l’efficientamento energetico degli immobili pubblici e delle sedi di impresa e processi produttivi attraverso i fondi POR-FESR 2014-2020.

Redazione

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