Si tiene a Roma presso la Galleria d’Arte Moderna sino all’11 febbraio 2018 la mostra intitolata L’essenziale verità delle cose dedicata a Francesco Trombadori (Siracusa 1886 – Roma 1961). Sessanta tele (realizzate tra il 1915 e il 1961) provenienti da importanti collezioni pubbliche e private di tutta Italia, venticinque disegni, libri, cataloghi di mostre e articoli di giornale provenienti dall’Archivio dell’artista, custodito nel suo studio a Villa Strohl-Fern, per raccontare il rapporto del pittore con i luoghi di Roma che amò e dipinse sin dai primi anni del Novecento. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e curata da Giovanna Caterina De Feo dell’Associazione Amici di Villa Strohl-Fern e dalla Sovrintendenza Capitolina, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.
Negli anni Trenta prosegue l’ininterrotto rapporto con la città che si approfondisce nel contatto con la rivista “Circoli” (1931- 1939) fondata dal poeta Adriano Grande, per cui scrive come critico d’arte, i cui collaboratori sono Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Giacomo Debenedetti, Giuseppe Ungaretti, Marcello Gallian, Alberto Savinio, Umberto Saba, Romano Bilenchi e Rosso di San Secondo. In questo periodo dipinge la “Natura morta con i cavoli rossi, boccale e tela” (1937, Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale) e l’altra bellissima “Fanciulla nuda” (1934, Collezione della Civica Galleria d’Arte Moderna, Palermo). La mostra prosegue con un accenno al decennio 1940-1950, tra guerra e ricostruzione, con il quadro “Lo sbarco del pilota ferito” (1942, Studio Francesco Trombadori, Villa Strohl-Fern) e “La fabbrica” (1950, Galleria del Premio Suzzara, Mantova) che in quest’occasione torna nella città in cui venne dipinto dopo più di mezzo secolo.
Il percorso espositivo si conclude con i dipinti dal 1950 al 1961. In questi anni i luoghi d’incontro sono il Caffè Greco o Rosati a Piazza del Popolo e Trombadori dipinge prevalentemente paesaggi quasi tutti dedicati a Roma, scorci immersi in un’atmosfera deserta e lunare: i “paesaggi del silenzio”. Tra questi si segnala il rimarchevole “Colosseo” (1958, Galleria d’Arte Moderna di Roma), “Piazza del Popolo” (1959, Studio Francesco Trombadori, Villa Strohl-Fern) e il “Campidoglio” (1960). Ogni sezione della mostra è corredata dal ricco patrimonio documentario proveniente dall’Archivio dell’Artista a Villa Strohl-Fern, oggi Casa Museo, con cui si intende illustrare anche l’importante attività di critico che Trombadori svolse, dagli anni Venti, scrivendo per diverse testate nazionali.
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