Roma. “Pecunia non olet”: ai domiciliari l’ex consigliere Ignazio Cozzoli

Associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla truffa aggravata per il conseguimento di finanziamenti pubblici. E’ l’accusa che ha portato a fare scattare otto arresti domiciliari a Roma. Tra gli arrestati figura un ex consigliere comunale capitolino. Si tratta di Ignazio Cozzoli, eletto nella Lista Marchini poi transitato nel Gruppo misto. Cozzoli è decaduto nel mese di marzo a seguito del riconteggio delle schede che ha assegnato il seggio al Partito Democratico.

Ignazio Cozzoli ai domiciliari

Il provvedimento è scattato nel quadro dell’operazione della polizia “Pecunia non olet” relativa a truffa e corruzione nelle erogazioni pubbliche di Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa di proprietà del Ministero dell’Economia. Insieme ad altre 7 persone, Cozzoli è indagato per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una molteplicità di truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazioni ed utilizzazioni di segreti d’ufficio.

L’inchiesta

Gli indagati raggiunti dalla misura degli arresti domiciliari sono Ignazio Poli Cozzoli, 43 anni; Emanuele Rigantè, 45 anni, Massimiliano Portaleone. 50 anni; Filippo Marullo, 49 anni; Riccardo Solfanelli, 48 anni; Francesco Capoccia, 41 anni; Silvia Pronti, 30 anni e Luigi Napoli, 45 anni. Sono indagati per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una molteplicità di truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzioni per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazioni ed utilizzazioni di segreti d’ufficio, nonché il solo Luigi Napoli anche per il reato di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico con l’aggravante di rivestire la qualifica di pubblico ufficiale. Le indagini hanno consentito di provare l’esistenza di un gruppo criminale, costituitosi al fine di ottenere illecitamente finanziamenti pubblici attraverso la presentazione di richieste di finanziamento create ad hoc, stilate sulla base di indicazioni ricevute grazie alla corruzione di Luigi Napoli, pubblico dipendente dell’ente erogatore delle agevolazioni, Invitalia – Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa di proprietà del Ministero dell’Economia. In concomitanza con il provvedimento restrittivo emesso dal Gip, sono state eseguite perquisizioni delegate presso le abitazioni e gli uffici degli indagati, compreso lo studio legale dell’avvocato Francesco Capoccia, nonché presso la sede dell’Ente Invitalia, attività che ha consentito l’acquisizione di ulteriori elementi di riscontro.

Redazione

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