Emergono nuovi particolari dal garage degli orrori di Ponticelli. Ciro Guarente ha tagliato il tronco di Vincenzo Ruggiero con una motosega, all’altezza dell’ombelico. Ha tranciato il corpo in due e poi lo ha decapitato e ha nascosto sia il braccio sinistro e la testa.
Ciro Guarente ha seguito un rituale macabro. I resti sono stati posti in una vasca e coperti di rifiuti e abiti. In un buco al centro della vasca topi e ragni avevano costruito una tana. Vicino la polvere di cemento e le mattonelle comprate l’8 luglio per cercare di coprire tutto.
Il 6 luglio l’omicida aveva affittato il garage di via Scarpetta dal gestore di un autolavaggio abusivo di una palazzina popolare. Il venerdì aveva atteso il rientro di Ruggiero a casa in via Boccaccio ad Aversa. L’avrebbe colpito alla testa forse con un bastone o una zappa.
Esclusa l’ipotesi che sia nata prima una discussione. L’assassino si sarebbe disfatto del corpo portandolo nel garage, approfittando di un’assenza temporanea di Heven Grimaldi, a Bari per lavoro. Ha mentito riferendo di avere gettato il cadavere nel mare di Licola. A Guarente è stata contestata l’aggravante della premeditazione. Il fermo è stato convalidato dal gip ed è stata emessa ordinanza di custodia cautelare in carcere. Gli inquirenti credono poco verosimile che Guarente abbia fatto tutto da solo.
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