Le spese che un’impresa sostiene per realizzare interventi di risparmio e riqualificazione energetica, sia su fabbricati abitativi che strumentali, permettono di usufruire di una detrazione fiscale che comporta un risparmio in termini di imposte.
L’obiettivo di questo articolo è chiarire cosa sono gli incentivi risparmio energetico per aziende, quali sono gli immobili oggetto di detrazione fiscale, chi può usufruirne, come avviene la procedura di detrazione e qual è la cifra massima che è possibile detrarre.
La riqualificazione energetica di un immobile consiste nella realizzazione di opere che hanno l’obiettivo di migliorarne l’efficienza, ovvero: contenere i consumi, ridurre le emissioni di sostanze che inquinano ed utilizzare in modo ottimale le risorse energetiche che si hanno a disposizione.
Quelle imprese che sostengono investimenti necessari a perseguire l’efficienza energetica hanno diritto a recuperare parte dei costi sostenuti, grazie alla detrazione dall’Irpef e dall’Ires che rappresentano precisamente l’imposta sul reddito delle persone fisiche e l’imposta prevista per le società di capitali.
Gli interventi che permettono alle imprese di usufruire della detrazione fiscale sono:
Possono usufruire degli incentivi risparmio energetico aziende coloro che di fatto sostengono la spesa, anche se non sono i proprietari dell’immobile.
Questo vuol dire che possono usufruire della detrazione fiscale coloro che hanno sull’immobile, che sarà oggetto di ristrutturazione, un diritto reale: stiamo parlando di familiari conviventi, inquilini, titolari di redditi di impresa, società, enti e associazioni.
Vediamo ora quali immobili rientrano nella lista di quelli oggetto di detrazione fiscale.
Qualsiasi fabbricato può essere oggetto di detrazione fiscale, a prescindere dalla categoria catastale a cui appartiene: gli edifici residenziali e le loro pertinenze (per esempio box e tettoie), edifici destinati ad uso commerciale o industriale e tutti gli edifici iscritti al catasto per i quali vengono pagate le imposte comunali.
Non permettono di usufruire degli incentivi invece i fabbricati nuovi, dal momento che dovrebbero già possedere tutti i requisiti richiesti per il risparmio energetico.
Affinché il contribuente possa usufruire del beneficio fiscale deve essere in regola con i permessi tecnici ed amministrativi e rispettare due condizioni:
In generale di questo si occupa un professionista tecnico, come un geometra oppure un architetto, oppure la ditta che ha fornito l’impianto o, ancora, può occuparsene il diretto interessato per via telematica.
La somma detratta è pari al 65% del costo sostenuto entro il 31 Dicembre 2016, grazie alla proroga avvenuta con la Legge di Stabilità.
Nella proroga sono state incluse anche: sostituzione di caldaie, installazione di pompe di calore, interventi di rimozione dell’amianto, lavori di adeguamento antisismico per quelle imprese che si trovano nelle zone a rischio ed i lavori di depurazione delle acque contaminate dall’arsenico.
Gli importi massimi previsti entro la fine dell’anno sono:
è bene precisare che tutti questi importi rappresentano la somma massima che può essere detratta e non l’importo pagato.
Quest’ultimo infatti è detratto nel corso di dieci anni con quote di uguale valore, partire dall’anno in cui la spesa è stata sostenuta e per i nove che seguono rispettando il principio di casa.
Mentre i privati devono rispettare il principio di cassa, le imprese devono adottare il principio di competenza.
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