Da diversi anni si parla in Italia della necessità di intervenire sul sistema pensionistico, settore alquanto delicato in virtù delle tutele sociali che devono essere garantite. E’ in ogni caso un’operazione da effettuare in quanto a tendere gli oneri da sopportare, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e della speranza di vita, potrebbero diventare insostenibili. In questo contesto, anche la possibilità di richiedere la pensione anticipata deve essere tenuta nella giusta considerazione. A giorni riprenderà sul tema delle pensioni il confronto tra Governo e Sindacati per trovare un’intesa sulla riforma. La proposta dell’esecutivo sarà quella di rendere possibile l’uscita anticipata dal mondo del lavoro già a partire dal 2017 per i lavoratori che hanno già compiuto il 63esimo anno di età. La misura sarà denominata APE, ossia anticipo pensionistico e con molta probabilità sarà esclusa dalla legge di stabilità dove invece confluiranno tutti i provvedimenti aggiuntivi come i bonus contributivi per i lavoratori precoci o l’eliminazione del ricongiungimento contributivo oneroso.
Presupposto fondamentale per accedere alla pensione anticipata è l’iscrizione da parte di lavoratori dipendenti pubblici o privati che risultino iscritti all’assicurazione generale obbligatoria (AGO) o ad una delle sue formule integrative o sostitutive. La procedura per effettuare la domanda e il calcolo pensione può avvenire attraverso diversi canali:
Nelle intenzioni del Governo, potrà accedere al trattamento pensionistico anticipato ogni lavoratore che avrà maturato l’età anagrafica di 63 anni. A questo requisito bisognerà poi aggiungere l’anzianità contributiva differente se presente alla data del 31 dicembre 1995 o successiva all’1 gennaio 1996. In entrambi i casi è stata redatta una tabella che prevede diverse finestre di uscita verso la pensione anticipata a seconda dei contributi versati e differente per uomini e donne. Attualmente chi accede alla pensione anticipata con un’età anagrafica inferiore ai 62 anni si vedrà applicata una riduzione sul trattamento pensionistico per ogni di anticipo rispetto ai 62 anni.
In ogni caso, se al raggiungimento dei 63 anni si inoltra domanda di pensionamento anticipato, sarà necessario aver versato almeno 20 anni di contributi. In questa eventualità, l’importo erogato non dovrà essere inferiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno mensile sociale. Tutti i provvedimenti messi in campo negli ultimi anni sono rivolti a migliorare le finestre di uscita verso la pensione da parte dei lavoratori che hanno già raggiunto i 40 anni di contribuzione, chiedendo un sacrificio da parte di questi ultimi che si vedono ridotto l’importo del trattamento pensionistico pur di arrivare alla pensione.
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