Amedeo Mancini, ultrà di 38 anni della Fermana, era già denunciato per l’aggressione a Emmanuel Chidi Namdi, il migrante nigeriano picchiato a morte il 5 luglio a Fermo. L’uomo ora è stato fermato con l’accusa di omicidio preterintenzionale con l’aggravante della finalità razziale.
L’ultrà ha provato a difendersi spiegando di aver avuto l’impressione che Emmanuel e la compagna stessero rubando un’auto. Secondo la versione fornita dal suo avvocato, Francesco De Minicis, il trentenne sarebbe intervenuto per impedire il furto insultando il nigeriano, che a quel punto avrebbe reagito. “Amedeo Mancini è distrutto dal dolore. Non voleva uccidere, e esprime la sua vicinanza a chi piange Emmanuel”. “Il mio assistito – ha spiegato De Minicis – non si aspettava che il pugno sferrato al migrante avesse questo effetto, e colloca l’episodio in un contesto difensivo”.
Secondo l’avvocato, l’autopsia sulla vittima “avrà un ruolo non secondario” a sostegno di questa tesi. Mancini, conosciuto come estremista di destra, di recente è stato sottoposto a Daspo per un episodio di violenza. Di professione fa l’imprenditore agricolo.
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