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Raffaele Sollecito presenta a Milano il suo libro sulla vicenda giudiziaria

E’ possibile distinguere la verità processuale da quella mediatica? Raffaele Sollecito presenta il suo libro sulla vicenda giudiziaria in cui è stato ingiustamente coinvolto. “Questo poteva capitare a me” è ciò che si pensa leggendo Un passo fuori dalla notte, libro autobiografico di Raffaele Sollecito, il cui nome e vita sono stati a lungo sulle prime pagine dei giornali: la Corte di Assise di Perugia l’ha accusato di aver ucciso, la sera del 1 novembre 2007, Mederith Kercher, studentessa inglese in Erasmus nella cittadina umbra, insieme ad Amanda Knox, con cui aveva iniziato una storia da poco meno di una settimana. Raffaele Sollecito, che nella vita è un ingegnere informatico, presenterà il suo libro, per la prima volta a Milano, mercoledì 8 giugno ore 18:30 Palazzo delle Stelline corso Magenta n°61. Insieme all’autore interverranno alla presentazione dell’autobiografia Un passo fuori dalla notte, edito Longanesi, il giornalista Maurizio Belpietro e gli avvocati Michele Andreano e Gianluca Tizzoni, il primo legale attualmente di Alex Boettcher e Manuel Foffo, il secondo difesa della famiglia di Chiara Poggi, la studentessa assassinata a Garlasco dal fidanzato Alberto Stasi. Modera l’incontro la giornalista Giuliana Avila Di Stefano. Durante l’incontro si affronterà il dramma dei giuristi italiani, sia dei magistrati che degli avvocati: i processi mediatici in tv, che, troppo spesso sono processi paralleli a discapito della presunzione di innocenza che non aiuta l’audience, come affermato mesi fa all’inaugurazione dell’Anno giudiziario in Cassazione anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella “Sarebbe vivamente auspicabile raggiungere un equo contemperamento fra la libertà di espressione e di stampa da un lato, e dall’altro le altrettanto fondamentali esigenze di rispetto della vita privata, della dignità delle persone, di riservatezza delle indagini, di presunzione di innocenza, di diritto ad un giusto processo”. In Un passo fuori dalla notte, Sollecito racconta la sua vita sino alla risoluzione del suo percorso giudiziario durato ben otto anni e che lo ha portato anche in carcere per quattro anni, sino a essere assolto definitivamente dalla Corte di Cassazione. “Sono d’accordo che i giornalisti facciano il loro lavoro, informazione – spiega Raffaele Sollecito – e sono d’accordo che si raccontino i processi e che giornalisti e telecamere siano anche in aula. Però, devono attenersi ai fatti processuali e non a gossip o presunte prove, che servono solo a influenzare, negativamente, l’opinione pubblica e di conseguenza anche la Giustizia, che, è fatta da uomini. Io però nella Giustizia ci credo, perché ringraziando Dio e la mia famiglia che mi ha supportato, alla fine la Verità ha vinto”.

Redazione

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