Il Gran giurì ha deciso di non perseguire l’agente che ha ucciso il dodicenne afroamericano. La famiglia di Tamir Rice contesta le autorità dopo la decisione.
“Il caso è stato deliberatamente sabotato. Questo processo dimostra che la razza è ancora un serio problema in questo Paese e nel sistema di giustizia penale”, si legge in una nota diffusa dai media statunitensi.
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