Scoperta e smantellata dal Comando Carabinieri antifalsificazione monetaria di Roma, in collaborazione con la compagnia di Chiari e la stazione di Erbusco. Il laboratorio clandestino è stato definito dal comandante del Cam, il colonnello Francesco Ferace, un “centro di produzione importante”, capace di “un tipo di falsificazione finora sconosciuto e giudicato di estrema pericolosità”.
L’attività illegale era ubicata a Paratico, in una villetta dove risulta vivere Donato Grande, 52 anni, un pluripregiudicato originario della provincia di Cosenza ma da anni residente nel bresciano. Le forze dell’ordine sono arrivate a lui dopo una complessa indagine, iniziata perché nella zona di Erbusco qualcuno ha utilizzato soldi falsi in negozi e distributori di benzina. Nella casa di Grande è stato trovato tutto il materiale idoneo a falsificare cartamoneta da cinque, 10, 20 e 50 euro. C’erano anche attrezzature idonee a realizzare carte di credito clonate e a falsificare documenti. Sono state sequestrate presse, stampanti, inchiostri, lastre e altre attrezzature.
Il meridionale è stato trovato nel pieno dell’attività produttiva intento a fabbricare denaro. Di mira erano presi negozietti e i banchi dei mercati rionali, per lo più privi di dispositivo di controllo. Anche la scelta del “piccolo taglio” non è casuale. Gli esercenti, in genere, verificano banconote di alto valore, fidandosi di quelle dai 5 ai 50 euro.
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