Tre le tipologie d’impianto previste: su aree all’aperto, in edifici esistenti, impianti “a secco” (quelli di ultima generazione). Non si possono installare autolavaggi nella città storica e su zone verdi o agricole. Ogni impianto deve comunque rispettare le norme urbanistiche e di tutela del paesaggio.
Per avviare un impianto a secco occorre la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Se si usa acqua e si producono reflui serve il nulla osta preventivo dell’Asl.
Si fa così chiarezza, afferma l’assessore Leonori, “in una disciplina che si è stratificata nel tempo e che deve fare i conti anche con alcune innovazioni che nel frattempo si sono affacciate nel settore. L’obiettivo primario è quello di stabilire e indicare in maniera definitiva i criteri e le norme, a partire dai requisiti igienico-sanitari, fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente ma anche per la tutela dei lavoratori, degli utenti e dei cittadini”.
Un settore, quello degli autolavaggi, “che stava crescendo in maniera sregolata”. E che adesso, conclude Leonori, “si avvale di un repertorio di regole certe che valgono in maniera univoca su tutto il territorio”. La circolare è stata intanto inviata a tutti i Municipi.
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