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La Basilicata non è certo fuori dal fenomeno delle società partecipate pubbliche

Con 22 tra società, consorzi, enti sub-regionali e ben 1231 componenti i Consigli d’Amministrazione la Basilicata non è certo fuori dal fenomeno delle società partecipate pubbliche. Pur rappresentando lo 0,3% delle 8.383 esistenti nel Paese si impone un’accelerazione del processo di riorganizzazione della pubblica amministrazione anche nella nostra regione. Lo sostiene la Uil di Basilicata commentando i dati contenuti in un report UIL Servizio Politiche Economiche e Territoriali sulle “società pubbliche”, redatto elaborando i dati dei rapporti della Corte dei Conti, del Ministero dell’Economia e confrontandoli e integrandoli con i dati tratti dai siti internet delle Regioni e Province (tutte), con i Comuni capoluogo di provincia. In attesa di conoscere la “mission” affidata all’ultima nata in Basilicata, la Fondazione per la ricerca biomedica, contestata unitariamente dal sindacato, per la Uil è ormai indispensabile e improcrastinabile mettere mano alla moltitudine di Enti e Società pubbliche, troppo spesso improduttive e fonte di deficit. Il numero delle società ed enti partecipati dalle istituzioni locali è cresciuto nel corso degli anni anche per gestire servizi che altrimenti sarebbero ricaduti sotto le “forche caudine” del Patto di Stabilità Interno (vedi rifiuti e servizi alla persona). Da questo punto di vista, occorre distinguere le società che gestiscono servizi essenziali peri cittadini da quelle che sono state costituite “artificiosamente”: in alcune realtà, occorre razionalizzarne il numero e le funzioni, riportando molti servizi nella gestione diretta degli enti locali. Così come è indispensabile favorire il dimensionamento delle società che gestiscono i servizi a carattere industriale con l’intento di favorire economie di scala e di ridurre il numero delle società. Ad esempio, si potrebbe pensare a un’unica società di trasporto locale per Regione e non a una moltitudine di società. È necessario, soprattutto, sia diminuire il numero dei componenti dei consigli di amministrazione delle controllate pubbliche sia abbatterne i compensi. Mettendo in atto queste misure si potrebbero risparmiare risorse pubbliche mantenendo nel contempo la base occupazionale e la quantità e qualità dei servizi. D’altronde, il funzionamento delle società pubbliche, molto spesso, viene fatto pagare 3 volte: in termini di servizi poco efficaci, di aumento delle tariffe per la gestione dei servizi e di aumento delle imposte locali. La UIL da sempre sostiene che una Amministrazione Pubblica efficiente con i suoi strumenti e le sue potenzialità deve avere un ruolo primario nel percorso di uscita dalla crisi, per consentire uno sviluppo del Paese comparabile con quello degli altri paesi europei. Purtroppo – secondo la Uil Basilicata – la nuova governance regionale stenta a prendere forma, frenata dalle ambiguità del Governo Renzi e dalle sue contraddizioni e dalle resistenze di chi pensa ancora di lucrare su rendite di posizione e sulla mala gestione delle risorse pubbliche. Ci troviamo a combattere una battaglia – continua la Uil – rilanciando un patto con i cittadini per lottare, insieme, contro l’inefficienza della burocrazia politica di questo Paese – per ridurre sprechi ed inefficienze liberando risorse da destinare al welfare e in generale a migliorare la qualità dei servizi ai cittadini. Si deve perciò puntare ad indirizzare risorse per evitare aumenti di imposte e tasse e per realizzare investimenti pubblici. D’altronde anche la Commissione Europea, con le Raccomandazioni al documento di Programmazione Economica e Finanziaria, ha messo nel mirino le società partecipate e gli affidamenti in “house” (gli affidamenti diretti).

Redazione

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