“Questa amministrazione – spiega il sindaco Ignazio Marino – ha voluto sin dall’inizio dare segnali nuovi rispetto al passato; Roma deve dimostrare di essere all’altezza della sua storia ormai trimillenaria diventando una città accogliente, dove tutti si devono sentire a casa e percepire di avere gli stessi diritti. Per la prima volta l’anno scorso abbiamo partecipato al Gay pride, ma abbiamo voluto anche riconoscere il gesto d’amore celebrato con il matrimonio all’estero registrandolo a Roma e abbiamo portato al voto la delibera sulle unioni civili, che significa semplicemente che tutti devono avere gli stessi diritti”.
Per il sindaco “questo dibattito fa bene alla città e oggi si sposa con il mondo dello sport, dove la difficoltà e la paura si cercano per superarle e dominarle. Oggi lanciamo un messaggio di uguaglianza, serenità, partecipazione e democrazia molto importante, lo sport ci accomuna e ci rende tutti uguali oltre il colore della pelle, la religione e la sessualità”.
L’iniziativa è organizzata da Paddy Power che, insieme alle associazioni nazionali Arcilesbica e Arcigay, quest’anno ha coinvolto tra tanti testimonial della campagna anche il centrocampista della Roma, Radja Nainggolan, ambasciatore ufficiale dell’iniziativa, che scende in campo all’Olimpico domenica 29 per il big match contro la Juventus indossando i lacci rainbow.
Alla campagna è affiancato un Osservatorio sull’omofobia nello sport, con l’obiettivo di coinvolgere le massime istituzioni sportive del calcio, del basket, del rugby, del football americano e della pallavolo, con testimonial campioni e campionesse, ma anche personaggi dello star system: tutti uniti per dare più forza ai messaggi della campagna contro l’omofobia, che, secondo i dati dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione europea, nel nostro continente incide negativamente sulla vita di quasi 4 milioni di persone.
“Chi fa sport ha responsabilità particolari nei confronti dei giovani – è intervenuto Masini. “Dobbiamo combattere contro ogni forma di discriminazione e questa iniziativa creativa e geniale va nella direzione giusta per accendere i riflettori”. “Indossare questi lacci – ha aggiunto Brandolini di Arcilesbica – significa assumersi la responsabilità di contribuire al cambiamento degli schemi culturali, che quando avverrà in modo vero renderà migliore la vita di lesbiche e gay”. Per Romani di Arcigay “la cultura dell’inclusione e del rispetto è senza dubbio uno degli antidoti più efficaci contro l’omofobia. Allacciare un paio di lacci rainbow può sembrare un gesto banale, invece trasmette un messaggio di accoglienza importantissimo”.
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