Dopo i sondaggi anche i numeri reali confermano il successo degli unionisti. Quando sono state scrutinate 26 contee su 32, pari a circa il 60% dei voti, sia afferma il “no”. La Scozia continuerà a far parte del Regno Unito. I no sono al 55% contro il 45% dei sì.
A favore del no anche il primo risultato ufficiale, arrivato dalla piccola contea di Clackmannanshire (40 mila votanti, lo 0,9% dell’elettorato scozzese: gli unionisti hanno vinto con il 53,8% dei voti contro il 46,2% andato al fronte secessionista. Ancora più ampio il margine del no alle Orcadi, la contea più piccola della Scozia dove si sono espressi contro l’indipendenza il 67,2% dei 14.887 elettori e a favore il 32,8%. Hanno prevalso i no anche alle Shetland (64% contro 36%) e nella roccaforte nazionalista delle Ebridi Esterne (53% contro 47%). Ma si trattava di quattro realtà che insieme rappresentano appena il 2,3% dell’elettorato scozzese, quindi di risultati non ancora significativi. Poi è arrivata la prima vittoria del sì: nel collegio di Dundee, roccaforte indipendentista nota come “Yes City”. Qui i voti per il distacco dal Regno Unito sono stati il 57,35% mentre al no è andato il 42,65%. Quindi il risultato di Glasgow: il successo del sì – 53,5% contro 46,5% – ha confermato le previsioni della vigilia per la più grande città della Scozia.
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