Ci sono nel nostro comune “viaggiare”, obbligati, esistenti sentieri da percorrere con o no il nostro individuale consenso e l’intima convinzione che comunque sia valga la pena di percorrerli per saggezza, per completezza, per crescita interiore, per arricchimento della propria smania di conoscenza, d’amore, di donazione, di continuazione.

Questi verbi, individualmente avrebbero personale significato, collettivamente hanno e acquisiscono significato manifestato e coniugato moralmente con un nome ben preciso “ Amicizia” , Amistad, Friendship. La sua immensità, il suo peso, sono o almeno dovrebbero essere i binari su quali far scorrere la vita, e succede anche che a volte ciò non accadendo si avverte nell’aria uno stridulo rumore che va impoverendo la stessa esistenza. Nonostante ciò ugualmente la vita va consumandosi e assottigliandosi alla fine di quel nostro bagaglio originario rimarrà ben poco e ci ritroveremmo poveri e miseri, soli in mezzo a deserti di sabbie mobili. E’ solo una questione di rispetto Il rispetto che dovrebbe nascere da noi stessi, dalla capacità di incontrare e conoscere persone e cose come se osservassimo riflessa in uno specchio la nostra immagine. Il rispetto sta nella comprensione, nell’acquisizione, nell’equilibrio tra quello che vorremmo e quello che “possiamo” realmente avere, ricevere, donare. Il rispetto sta nel non fermarsi alle apparenze ( madre dell’inesistenza), nel cogliere o nell’elargire noi stessi come una donazione, come un valore aggiunto. Sta nel “no” senza drammi, nel sapersi mettere in discussione (che grandezza d’animo) ogni qualvolta la vita lo richieda. Noi, come il rispetto stiamo nelle piccole cose quotidiane, nell’affanno della corsa per sopravvivere, nel rispettare e amare il diverso, nel sapere ascoltare, nel cogliere le sfumature di quanto ascoltato e veduto, nel comprendere l’incanto o l’amore di chi sa guardare e coniugare invece di svendere e perdere dignità, e onorabilità. Sta nel considerare ogni luogo come fosse casa nostra, ogni persona come noi stessi, solo così potremmo evitare di considerare e cadere nell’egoismo individuale e collettivo. Ma ciò è quel che accade. Allora davvero il nostro viaggiare senza il rispetto sarà un tempo non tempo, un vissuto non vissuto. Viaggiamo allora con la consapevolezza dell’incontro di belle persone, di sorrisi sinceri, dell’ilarità, dell’amichevole approccio e del benigno sguardo facendo nostro sempre il verbo della donazione. Viaggiamo dunque con la consapevolezza di rimanere senza corazze, senza i secondi fini, senza il lucro, senza malignità, viaggiamo nella sofficità e pienezza, nella luce che sono in quell’antico verbo amare. Che sia per voi tutti una splendida e radiosa giornata davvero!!

Redazione

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