“Per ogni grappolo di uva raccolto – spiega la Confederazione degli agricoltori pisani – si attivano ben 18 settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio: dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori ed enoturismo. Con la crisi è aumentata la presenza di italiani, soprattutto giovani e donne rispetto agli extracomunitari». In aumento soprattutto le donne (il 40% del totale della forza lavoro), spiega il direttore della Cia, Stefano Berti, «a cominciare dalle studentesse che con la vendemmia trovano una buona opportunità di guadagno, mentre calano gli stranieri scesi sotto il 20%». Il comparto vitivinicolo pisano occupa 3100 ettari, di cui il 40% destinato alla produzione di uva da vino Doc-Docg, e con un fatturato da 15 milioni di euro l’anno e le esportazioni in crescita del 14,5%”.
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