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Melpignano, arrestato il carabiniere Rocco Monaco avrebbe minacciato la compagna

L’appuntato di 52 anni è stato arrestato e posto ai domiciliari. Rocco Monaco, di Melpignano, è accusato di aver annientato psicologicamente, picchiato, minacciato di morte con la pistola d’ordinanza sparando tre colpi e poi e puntandogliela alla testa, la donna con cui avrebbe avuto una relazione di quasi otto anni. Alla base di questi comportamenti riferiti nelle due denunce presentate l’1 e il 5 agosto, corredate anche dagli sms minatori inviati dal cellulare dell’indagato e da un telefono pubblico, nonché due lettere anonime con riferimenti alla loro relazione, gli inquirenti hanno ritenuto che fosse prudente “fermare” l’aggressività contestata all’appuntato Monaco con una misura cautelare. Avrebbe inviato anche 200 sms al giorno, nell’ultimo periodo. Il militare ha negato ogni accusa quando si è trovato i poliziotti a casa. Al momento, le circostanze riferite dalla donna sono state confermate da tre testimoni ovvero l’ex marito, il figlio e il nuovo compagno. Tra i testimoni anche il consorte dal quale la donna divorziò per via della relazione con l’appuntato Monaco. Quest’uomo ha parlato di uno degli episodi più gravi accaduti durante quella relazione. Una sera di ottobre del 2008 la moglie rientrò a casa terrorizzata. Lui era al corrente del legame con il Carabiniere e restò ad ascoltarla mentre gli raccontava di come il militare avesse sparato tre colpi di pistola d’ordinanza nella casa di Baia Verde di Gallipoli dove si incontravano. L’aveva fatto, disse la donna, dopo che lei aveva provato per l’ennesima volta a fargli capire di volere mettere fine alla loro storia. Lui sparò e fece tre fori sul soffitto. Moglie e marito andarono insieme in quella casa. E lui quei fori li vide. Ma la paura di ritorsioni e la consapevolezza di esserci entrati senza permesso, lo scoraggiò a confermare tutto nell’inchiesta aperta all’epoca. La donna recuperò un bossolo calibro 9 parabellum, come quello in uso alle forze dell’ordine, ed anche un’ogiva, ma ritirò la denuncia e l’inchiesta venne archiviata. Il figlio ha ricordato un’aggressione di agosto del 2008. Aveva 13 anni e vide la madre picchiata in strada a colpi di casco. L’attuale compagno ha parlato invece delle lettere minatorie ricevute da suo padre. L’appuntato Monaco potrà raccontare la sua verità nell’interrogatorio con il giudice Alcide Maritati, alla presenza dell’avvocato difensore Luigi Suez.

Redazione

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