Si stanno riaccendendo i riflettori delle rappresentanze sociali e del sistema istituzionale sulla questione “Galdo”, i due distributori di carburanti che, in conseguenza dei lavori di ammodernamento effettuati dall’Anas sulla A3, risultano tagliati fuori dai flussi di traffico. A sostenerlo in una nota Faib (Federazione autonoma italiana benzinai). I due impianti – si legge – da tempo stanno subendo le conseguenze di una situazione che si fa ogni giorno più difficile e che si somma agli effetti che, nell’ultimo quinquennio, la crisi dei consumi ha avuto, e sta avendo sulla rete carburanti del Mezzogiorno. Questo stato di fatto aveva portato, lo scorso settembre, le parti interessate (gestori, lavoratori, Anas e compagnie petrolifere ), anche su iniziativa delle parti sociali e della Regione Basilicata, e grazie alla mediazione offerta dalla Prefettura di Potenza, ad incontrarsi per trovare soluzioni adeguate. L’accordo raggiunto in quella sede ha mostrato, alla luce dei fatti, limiti notevoli : prendere a riferimento l’anno 2012 per le compensazioni che l’Anas avrebbe dovuto corrispondere ai gestori finalizzandole al mantenimento della base occupazionale, si è rivelato elemento inadeguato al conseguimento degli obbiettivi. Il successivo tavolo tecnico aveva posto il problema del riallineamento delle compensazioni ai valori del triennio 2009 – 2011, anche grazie alla azione di mediazione svolta in quella sede dalla Regione Basilicata. Ad oggi, nulla di tutto questo è stato fatto. La Faib – si legge in conclusione – ritiene che tutti i soggetti coinvolti debbano rendersi protagonisti di una forte iniziativa che obblighi l’Anas a farsi carico – per la sua parte rilevante di responsabilità – di una situazione ormai insostenibile.
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