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Quasimodo tra le tracce della Maturità 2014

Gli altri temi proposti ai maturandi riguardano violenza e non violenza nel ‘900, Tecnologie pervasive e nuove responsabilità. E ancora il confronto dell’Europa tra il 1914 e il 2014 per storia.

Le prove “offrono una bella gamma di possibili riflessioni. Credo che questa prova darà a tutti la possibilità di esprimersi al meglio”. E’ stato il commento del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

Salvatore Quasimodo con “Ride la gazza, nera sugli aranci”, “Violenza e non violenza nel ‘900”, “Tecnologie pervasive e nuove responsabilità”, “Il confronto dell’Europa tra il 1914 e il 2014” il saggio breve artistico letterario “il dono”, Renzo Piano e “il rammendo delle periferie”.

Ecco il testo della poesia di Quasimodo data agli studenti per l’analisi del testo: “Forse è un segno vero della vita: intorno a me fanciulli con leggeri moti del capo danzano in un gioco di cadenze e di voci lungo il prato della chiesa. Pietà della sera, ombre riaccese sopra l’erba così verde, bellissime nel fuoco della luna! Memoria vi concede breve sonno: ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo per la prima marea. Questa è l’ora: non più mia, arsi, remoti simulacri. E tu vento del sud forte di zàgare, spingi la luna dove nudi dormono fanciulli, forza il puledro sui campi umidi d’orme di cavalle, apri il mare, alza le nuvole dagli alberi: già l’airone s’avanza verso l’acqua e fiuta lento il fango tra le spine, ride la gazza, nera sugli aranci”. Questo l’articolo di Renzo Piano, scelto per il tema di ordine generale, tratto da “Il Sole 24 Ore” del 26 gennaio 2014: “Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. E’ fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee. […] Le periferie sono la città del futuro, non fotogeniche d’accordo, anzi spesso un deserto o un dormitorio, ma ricche di umanità e quindi il destino delle città sono le periferie. […] Spesso alla parola “periferia” si associa il termine degrado. Mi chiedo: questo vogliamo lasciare in eredita’? Le periferie sono la grande scommessa urbana dei prossimi decenni. Diventeranno o no pezzi di città?”.

Redazione

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