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Elezioni europee, Forza Italia Leader con nome Berlusconi cercasi

Più si avvicina la data della scadenza per la presentazione delle liste europee e più si amplia la discussione all’interno di FI a proposito del leader che dovrà rappresentare il partito in campagna elettorale. Il già Cavaliere “storico” non è candidabile, anche se i suoi più stretti collaboratori continua ad affermare che sarà lui il capolista nelle cinque circoscrizioni. Fanno finta di non conoscere le leggi italiane. La realtà è diversa: Silvio Berlusconi non è candidabile e non può votare i prossimi due anni per essere stato interdetto dai pubblici uffici. Di fronte a ciò c’è chi, in FI, sa che il già Cavaliere non è candidabile e cerca di ridurre il danno elettorale se dovesse scomparire dal simbolo del partito il nome. È fin troppo chiaro, anche ai più disinteressati politicamente, che FI senza il nome del suo fondatore sul simbolo del partito si scioglierebbe come neve al sole. A onore del vero sta già avvenendo. Si cerca di coinvolgere gli altri Berlusconi della Famiglia: Marina, Pier Silvio, Barbara ma, al momento, senza risposta positiva. Un partito, FI, che all’inizio della discesa in campo (1994) si diceva rappresentasse la migliore classe dirigente imprenditoriale e politica. Oggi si vorrebbe scavalcare la legge per consentire al loro unico leader di mantenere in vita il partito candidandosi alle europee. Tutto questo movimentismo politico attorno al “capo” ha un solo significato, inutile girarci attorno facendo finta di niente: FI non ha al proprio interno politici in grado di catalizzare gli stessi consensi elettorali del già Cavaliere Berlusconi e questo significherebbe che tanti Parlamentari, nazionali ed europei, dovranno dire addio allo scranno su cui siedono. Proviamo ad immaginare leader di FI Maurizio Gasparri o Renato Brunetta, oppure Fitto o la Santaché. Ma la colpa non è soltanto loro, se sono inidonei a gestire un partito di milioni d’elettori che ha governato l’Italia, è da attribuire alla mancanza di un ricambio generazionale in un partito in cui si è sempre pensato che Silvio Berlusconi fosse immortale. Il fu primo partito italiano fino alla vigilia delle elezioni del 2013 non si rassegna al cospetto della verità e continua a fare telefonare il suo Leader nelle riunioni dei circoli forza Silvio e l’affermazione che si ode dall’altra parte del telefono è sempre la stessa: continuerò a rimanere in campo per un’Italia diversa. Un disco rotto che ormai sono sempre meno i cittadini disposto ad ascoltarlo.

Redazione

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